Dopo aver trattato guardie e ali, le nostre preview si concludono con la trattazione dei centri. L’importanza dei cosiddetti big men all’interno di una fantasquadra è fondamentale, poiché un buon centro può portarvi svariati bonus in varie categorie (principalmente punti, rimbalzi e stoppate). Iniziamo subito la 3a puntata di “A tutto FantaBasket!” con i top del ruolo.
I TOP
Siamo certi del fatto che nessuno cadrà dalla sedia dalla stupore nel leggere il nome di Anthony Davis. Il monociglio è probabilmente il miglior giocatore possibile per il fantabasket, a prescindere dal ruolo: da lui ci si possono aspettare tanti punti (l’anno scorso chiuse a 24.4, quest’anno crediamo possa scollinare oltre i 25 punti); tanti rimbalzi (10-11 a partita); tante stoppate (3 a partita, in linea con quanto fatto l’anno scorso); qualche assist e qualche palla rubata. A tutto questo, come se non bastasse, si aggiungono anche le ottime percentuali al tiro: 53,5% dal campo e 80,5% dalla lunetta, dato, quest’ultimo, che assume una rilevanza centrale; sono infatti molto pochi i centri che possono vantare una tale percentuale di realizzazione dalla lunetta. Se tutto questo non vi dovesse ancora bastare, sappiate che durante l’offseason Davis ha lavorato duramente anche sul tiro da 3 punti, elemento centrale all’interno degli schemi di Alvin Gentry. L’unica perplessità riguarda le condizioni fisiche di Davis, ma è un rischio che va assolutamente preso. Puntate tutto su Davis, sia nelle leghe aperte (è il giocatore sul quale costruire la vostra squadra), sia nelle leghe chiuse (se avete la prima chiamata assoluta del draft, beh, sapete chi scegliere).
Credits to: Layne Murdoch Jr./NBAE via Getty Images)
Il secondo nome che vi proponiamo è quello di DeMarcus Cousins. Il centro dei Sacramento Kings è reduce da una stagione strepitosa (24.1 punti, 12.7 rimbalzi, 1.7 stoppate, 1.5 rimbalzi e 3.6 assist), macchiata solamente da qualche problema fisico. Cousins è un giocatore mostruoso, che ha ancora ampi margini di miglioramento (soprattutto dal punto di vista caratteriale) e quest’anno avrà un ruolo ancor più centrale negli schemi offensivi di coach Karl. Le uniche due perplessità sono legate al carattere e alla tenuta fisica: negli ultimi 4 anni ha giocato solamente 269 partite su 328 (media di 67 partite a stagione), ma è pur vero che lo scorso anno è stato tenuto fuori da un infortunio piuttosto particolare (meningite virale), che nulla ha a che vedere con il basket. Puntate su Cousins senza esitare, vi ripagherà con una stagione da top 10 assoluto.
L’ultimo giocatore che inseriamo nella casella dei top è Rudy Gobert. Siamo stati indecisi fino all’ultimo se inserire il nome del giocatore dei Jazz o se scegliere DeAndre Jordan, ma abbiamo deciso di propendere per il primo principalmente per due motivi: 1) è in rapida e forte ascesa, e gran parte delle sorti di Utah dipenderanno da lui; 2) ha percentuali di realizzazione dalla lunetta (vero tallone d’Achille di Jordan) evidentemente superiori. Dal centro francese ci aspettiamo rimbalzi e stoppate in quantità industriale (ha le prolunghe al posto delle braccia), oltre a un buon numero di punti e palle rubate. Questa stagione per Gobert sarà con ogni probabilità quella dell’affermazione definitiva: puntate su di lui senza paura qualora Davis e Cousins siano già stati scelti.
I FLOP
Il primo nome che inseriamo tra i flop è quello di Dwight Howard. Il centro degli Houston Rockets avrebbe il potenziale atletico per dominare il pitturato in questa lega, ma per una serie di motivi non riesce mai a essere decisivo. Certo, sul bilancio influiscono notevolmente gli infortuni e i problemi fisici (solo 41 partite l’anno scorso), però la sensazione è che Howard non abbia nelle corde ciò che serve per fare il definitivo salto di qualità. Aggiungeteci che l’ex giocatore dei Lakers ha delle percentuali di realizzazione dalla lunetta orrende (57.3% in carriera) e il gioco è fatto: non scegliete Howard nelle leghe chiuse, mentre in quelle aperte rimane una buona chiamata se preso intorno al 6°-8° turno.
Il secondo giocatore che finisce nella nostra “black list” dei centri è Andrew Bogut. Le scorse Finals ci hanno insegnato qualcosa: la NBA moderna sta andando sempre più verso la “small-ball”. I Warriors sono uno dei migliori interpreti di questo pensiero (Draymond Green da 5 ne è la riprova) perciò a Bogut verrà riservato molto probabilmente un ruolo marginale quest’anno. L’ex prima scelta del draft 2005 ha inoltre delle pessime percentuali ai liberi, addirittura più basse di Howard (56.1%) e non è mai stato né un grande stoppatore (1.6 blocks in carriera di media), né un grande realizzatore (media di 10.9 punti a partita). A tutto questo si aggiungono gli innumerevoli problemi fisici patiti dall’australiano in carriera (ha superato le 70 partite solamente due volte in ben 10 anni di carriera), perciò crediamo di poter affermare con relativa tranquillità che Bogut rappresenta un giocatore da non prendere nelle leghe aperte, mentre nelle leghe aperte vale la pena scommetterci solo come ultima/penultima chiamata.
L’ultimo nome a essere inserito in questa classifica è quello di Enes Kanter. Il centro svizzero, approdato agli Oklahoma City Thunder a ridosso della trade-deadline dello scorso Febbraio, è reduce da una buona seconda parte di stagione con OKC. Certo, i limiti difensivi di Kanter sono palesi, ma li riesce a compensare con una buona produzione dall’altro lato del campo. Quest’anno tuttavia la musica sarà diversa: rispetto alla seconda parte di stagione scorsa, torneranno sia Kevin Durant, che Serge Ibaka, perciò Kanter si ritroverà con molti meno palloni giocabili. Come già detto, non è un giocatore sul quale fare affidamento in fase difensiva, perciò l’appetibilità dell’ex giocatore dei Jazz rimane limitata agli ultimi turni nelle leghe chiuse (diciamo tra la 7° e la 9° scelta), mentre nelle leghe aperte per il momento si può lasciare tra i free-agent.
LE SCOMMESSE
Il primo nome che vi proponiamo tra le potenziali sorprese/scommesse di quest’anno è quello di Myles Turner degli Indiana Pacers. L’ex giocatore dei Texas Longhorns è un micidiale stoppatore (2.6 a partita lo scorso anno al college), oltre ad essere un buon realizzatore e un buon rimbalzista (rispettivamente 10.1 punti e 6.5 rimbalzi). Da non sottovalutare inoltre le ottime percentuali di realizzazione dalla lunetta di Turner: l’anno scorso ha tirato con l’83.9%, merce rarissima per un lungo. Da quanto filtra dallo staff dei Pacers, il rookie dovrebbe partire in quintetto una volta risolti i suoi problemi fisici (nulla di grave). Vi consigliamo di puntarci, sia nelle leghe aperte (come 6°-7° giocatore), sia nelle leghe aperte, dove forse potreste trovarlo libero negli ultimi turni, considerando che non ha l’hype dei vari Towns e Okafor.
Il secondo nome che inseriamo in questa classifica è quello di Karl Anthony Towns. Considerare una scommessa una prima scelta al draft è errato, direte giustamente voi. Siamo (parzialmente) d’accordo: da Towns quest’anno ci si aspetta tanto, tantissimo (forse anche un po’ troppo, considerando che il ragazzo non ha ancora compiuto 20 anni), perciò dovrà dimostrare di avere le spalle larghe per sopportare tutta questa pressione. Il fatto di far parte di una squadra che non ha grosse ambizioni per il momento potrà aiutarlo, ma essendo un rookie bisognerà comunque avere pazienza con lui. Sceglietelo, sia nelle leghe aperte, che nelle leghe chiuse: il potenziale è davvero tanto e dovrebbe far bene già da subito, essendo considerato da tutti gli addetti ai lavori già “NBA ready”.
L’ultimo nome che inseriamo in questa lista è quello di Roy Hibbert. L’ex lungo degli Indiana Pacers è reduce da una stagione terribile in quel di Indiana, e il fatto di aver cambiato aria potrebbe solamente giovargli. Hibbert è una scommessa a basso costo per i Los Angeles Lakers: avendo un solo anno di contratto, il frontoffice di L.A. potrà decidere di rinnovargli il contratto o di lasciarlo andare in base alle prestazioni. Noi vi consigliamo di spendere un gettone su Hibbert: è comunque un giocatore esperto, che in passato ha fatto molto bene. Non svenatevi, ma allo stesso tempo non abbiate paura di puntarci il classico “euro” sopra: al massimo potete sempre tagliarlo!