Kobe Bryant sul viale del tramonto? Probabilmente sì, dato che gli infortuni degli ultimi due anni e l’età non più verdissima – 37 anni compiuti il 23 Agosto – non gli permettono più di essere devastante come un tempo. Le inefficaci prestazioni di Bryant di questo inizio di stagione, in particolare, sono causate soprattutto dalle pessime percentuali di tiro – le più basse mai fatte registrare in 20 anni di carriera NBA.
Il Black Mamba è il giocatore che si prende più tiri a partita tra i Lakers – 16,2 tentativi di media a gara -, convertendoli però con il 32% dal campo e appena il 20,8% da dietro l’arco dei tre punti. Questo anno i Los Angeles Lakers hanno giovani di talento (Randle, Russell, Clarkson) cui affidare maggiori responsabilità offensive, pertanto sarebbe preferibile per il bene della squadra – il ruolino di marcia recita 1 partita vinta e 5 partite perse – se Kobe Bryant coinvolgesse maggiormente i suoi compagni di squadra.
Il 5 volte campione NBA, però, non è propriamente dello stesso avviso. Infatti, alla domanda di un giornalista se la sua selezione di tiro non fosse dannosa per il gioco dei Los Angeles Lakers, Bryant ha risposto che sono stati gli stessi giovani leoni della squadra a chiedergli di affrontare le partite con lo stesso piglio di sempre:
“I giovani della squadra vogliono imparare da me e mi hanno chiesto semplicemente di allenarmi e giocare come ho fatto sempre nella mia carriera. Hanno ragione: loro apprendono i trucchi del mestiere da come io preparo e affronto le gare. Non mi vogliono vedere in campo come un giocatore qualsiasi o come un vecchio che è in NBA da 20 anni. Questi giovani hanno bisogno di vedere l’intensità, la concentrazione e l’energia necessaria per competere adeguatamente in una Lega dura come questa. Loro vogliono diventare giocatori migliori e io sono qui per essere il miglior maestro possibile.”