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NCAA 2015-2016: Una prima introduzione

Si è alzato il sipario sulla stagione 2015-2016 del College Basketball e noi di NbaReligion.com, come sempre, vi accompagneremo in questo viaggio che si concluderà nella Final Four del 2-4 aprile in quel di Houston: vi terremo aggiornati settimanalmente con una rubrica dedita a sottolineare i 30 fatti salienti della settimana appena passata oltre che presentarvi, sempre con cadenza settimanale, le squadre ed i giocatori di maggiore interesse della Division I; come negli anni passati, inoltre, vi introdurremo i prospetti protagonisti del prossimo Draft tramite la nostra ormai celebre rubrica Road to Draft.

Il College Basketball quest’anno darà certamente delle grandi soddisfazioni a tutti gli appassionati: moltissimi talenti, team inesperti ma di sicuro impatto, squadre ben rodate vogliose di una lunga cavalcata fino alla conclusione in Texas e notevoli cambiamenti che a breve introdurremo, prima sommariamente e successivamente, nelle prossime settimane, nello specifico; l’NCAA non è mai stata così divertente e noi tutti non vediamo l’ora di viverla insieme a voi e narrarvela nella forma più semplice e, si spera, più divertente possibile.

I punti base da cui partire per una piccola “infarinatura” di questo inizio stagione sono sostanzialmente tre: regolamento, scandali e panchine.

CAMBI DI REGOLAMENTO

La NCAA ha deciso, in ottica di migliorare il prodotto offerto sul mercato, di apportare alcuni significativi cambi di regolamento ( 25 circa ) per velocizzare e spettacolarizzare un gioco che l’anno scorso ha visto registrare la più bassa media di punti segnati a partita ( 67.6 ): la più importante delle novità introdotte è sicuramente la decurtazione di 5 secondi dal cronometro di gioco che passa dai precedenti 35 secondi agli attuali 30 ( allineandosi con quanto avviene per le donne ); questo cambiamento potrebbe anche non avere degli effetti nell’ immediato ma la necessità di dover concludere l’azione con un minore quantitativo di tempo forzerà tutte le squadre a giocare più possessi nel corso di una partita e renderà necessaria l’adozione di un gioco offensivo possibilmente più fluido e veloce. Altre modifiche degne di nota sono state introdotte sempre al fine di aumentare lo spettacolo di un gioco, quello del basket collegiale, che ha visto incrementare di anno in anno la propria audience soprattutto grazie alle emozioni in grado di produrre tramite partite serratissime e fisiche e che, quest’anno, regalerà ancora più sprazzi di ottima pallacanestro giocata; vediamo insieme alcune delle novità più rilevanti:

• Riduzione dello Shot Clock da 35 a 30 secondi
• Allargamento del semicerchio sotto canestro da 3 a 4 piedi
• I timeout passano da 5 a 4, di cui un numero massimo di 3 nel secondo tempo
• I coach non potranno più chiamare un timeout dalla panchina nei momenti di gioco
• Sarà permesso schiacciare durante il riscaldamento e all’intervallo
• Il pallone dovrà essere portato dall’attacco nella metà campo avversaria entro 10 secondi e le seguenti 3 situazioni non comporteranno più l’azzeramento del cronometro:
       • La difesa devia il pallone fuori dal campo
       • Situazione di palla contesa in cui la freccia del possesso è a favore dell’attacco
       • Fallo tecnico per la squadra in attacco quando ancora nella propria metà campo

30 secondi sullo Shot Clock da quest’anno

 

SCANDALI

Queste sono solo alcune delle novità regolamentari di questa stagione ma danno pienamente il senso del tentativo della NCAA di “vendere” ancor più il proprio prodotto, prodotto il cui buon nome è stato in qualche modo scalfito da alcune vicende accorse più o meno recentemente e che fanno il “paio” con delle tematiche ampiamente dibattute in ambito di College Basketball: da tempo ormai l’argomento più scottante nel mondo collegiale ( non solo nel basket chiaramente ) è la possibilità di introdurre qualche sorta di compenso per gli atleti che fanno parte di questo mondo, che con l’andare avanti del tempo, genera un quantitativo di introiti tale che qualcuno ha iniziato a storcere il naso dinnanzi al fatto che tutti questi soldi vengano fatti sulle spalle di ragazzi che, essendo studenti, non possono monetizzare quanto prodotto sui campi dei rispettivi sport. La possibilità economiche per un’università in grado di reclutare nelle proprie fila i migliori talenti aumentano notevolmente grazie ad introiti televisivi e quant’altro e questo non può che sfociare in pratiche di reclutamento alquanto becere: quanto avviene nelle università al momento del tentativo di convincere un atleta liceale a promettersi a questo o quell’ateneo è ormai un non ben custodito “segreto di Pulcinella” e film come He Got Game di Spike Lee hanno ritratto bene questo tipo di situazione ( ricorderete di certo Ray “ Jesus Shuttlesworth “ Allen adescato in più modi da sedicenti manager universitari ); sanzioni di vario tipo hanno colpito negli anni diversi atenei e allenatori e quest’annata non farà eccezione, con sfortunati protagonisti diversi nomi eccellenti del panorama cestistico collegiale statunitense. Se da un lato Williams a North Carolina e Pitino a Louisville sono finiti al centro di accese polemiche riguardanti, per il primo, eventuali spintarelle negli studi per i propri atleti ( tutti iscritti alla Facoltà di Studi Afro Americani ) e, per il secondo, festini a base di spogliarelliste per convincere i ragazzi del liceo a giocare per i Cardinals, dall’altro lato due “santoni” come Jim Boeheim e Larry Brown sono stati diversamente puniti per le poco lecite pratiche di reclutamento accorse nei propri atenei: sospensione per i primi 9 match di ACC per il coach di Syracuse, sospensione per il 30% delle partite da disputare per i suoi Mustangs ed esclusione dai tornei di postseason 2016 per Larry Brown e SMU.

Larry Brown ed SMU estromessi dalla post season 2016

 

PANCHINE GIREVOLI

Per alcuni nomi eccellenti che vedranno questa stagione diramarsi con difficoltà più o meno accertate, ci sono altri nomi che vanno a costituire il terzo punto di focus di questa nostra breve introduzione: sono stati molti infatti gli avvicendamenti sulle panchine di Division I, alcuni in atenei da anni alla ribalta come Florida ed Iowa State per esempio. I Gators salutano il proprio eroe Billy Donovan, che dopo 19 stagioni lascia la Florida, dove ha raggranellato ben 467 vittorie culminate in due titoli NCAA, per cercare di condurre al titolo NBA il duo Westbrook-Durant in quel di Oklahoma City: a sostituirlo sarà l’ex Coach di Louisiana Tech Michael White, vincitore di tre titoli di regular season con i Bulldogs che tuttavia non è mai riuscito a portare al torneo NCAA; rimpiazzare Donovan sarà un’impresa ardua ma White gode di grande stima da parte degli addetti ai lavori e potrà sicuramente confermarsi come uno dei migliori allenatori della New Generation al sole della Florida. Altro allenatore a spiccare il volo verso i professionisti è stato l’ormai ex Iowa State Fred Hoiberg, sedotto dalla chiamata dei Bulls che hanno deciso di affidargli il post Thibodeau: Hoiberg lascia in eredità al neo Coach dei Cyclones Steve Prohm cinque anni splendidi in cui ha condotto 4 volte Iowa State al torneo NCAA, rivoluzionando il sistema di reclutamento nel College, dando ampio spazio alla costruzione della propria squadra tramite i trasferimenti di altre università, pratica poco utilizzata in passato; Prohm dal canto suo può vantare l’esperienza maturata in un piccolo ateneo come Murray State che ha portato alla ribalta nazionale con un record di 104-29, trascinandolo al torneo NCAA nel 2011. Altri insediamenti di tutto rilievo sono stati quello di Ben Howland a Mississippi State, dove l’ex UCLA e Pittsburgh è chiamato a far risorgere un programma ormai da troppo tempo caduto nell’oblio sportivo, e di certo ha tutte le credenziali ed il pedigree per riuscirci, così come Avery Johnson, l’ex Coach of the Year Nba con i Mavericks è stato infatti assunto da Alabama per dare lustro al programma cestistico dei Crimson Tide, con l’obiettivo minimo di riportarlo alla Big Dance. Avvicendamento di sicura importanza ed interesse ( il più interessante a mio parere ) è quello accorso sulla panchina dei Texas Longhorns: dopo 17 anni di onorata carriera è stato dato il benservito al “mahatma” Rick Barnes, reo di non essere mai stato in grado di dare quel quid in più ad un programma da sempre poco considerato ( nonostante giocatori come Durant, in Texas vivono una intensa malattia per il football ), a favore di quel Shaka Smart che ha impressionato per anni con VCU, portandola sulla cartina del College Basketball tramite l’ormai brevettato e celeberrimo sistema di gioco chiamato “ Havoc System “: 38 anni, tanta voglia di vincere e le 5 partecipazioni consecutive al torneo NCAA con i Rams parlano per lui, materiale per fare bene a disposizione ve n’è. Citazione doverosa infine per St. John’s dove la panchina è stata affidata ad una leggenda dell’ateneo come Chris Mullin, che dopo aver girovagato per anni tra le scrivanie della NBA come dirigente, decide d’intraprendere la carriera da allenatore nella sua Alma Mater, dove avrà la possibilità di allenare un talento nostrano: Federico Mussini; il “Musso” ha deciso di abbandonare Reggio Emilia per potersi migliorare come giocatore all’interno del contesto collegiale ed avere una leggenda come Mullin come mentore non potrà che giovare al gioco del nostro talentino, le cui gesta seguiremo con vivo interesse, riportandovele periodicamente.

Shaka Smart porterà il suo Havoc System anche ai Longhorns?

I punti d’interesse di questa stagione non si esauriscono certo qui ma abbiamo pensato che questi tre focus potessero costituire una base necessaria per addentrarsi nei meandri di un’annata che analizzeremo in tutte le sfaccettature possibili con il suo diramarsi: dalla presentazione dei Freshmen di maggiore interesse come Simmons a LSU o il duo Rabb-Brown di California fino ad arrivare ai vari Ingram ( Duke ), Labissiere ( Kentucky ) e Diallo ( Kansas ), passando per talenti già affermatisi nelle passate stagioni NCAA come Baker ( Wichita State ) o Poetl ( Utah ), non mancheremo di accompagnarvi in questo 2015-2016 ricco di spunti e talento; enjoy the NCAA Religion…

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Pubblicato da
Stefano Romani

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