Mark Cuban, owner dei Dallas Mavericks, ha preso spunto dal recente licenziamento di Kevin McHale (per mano degli Houston Rockets) per rilasciare una serie di dichiarazioni riguardanti le insidie insite nel rapporto owner-allenatore (nel suo tipico stile esuberante). Cuban si è riferito in particolar modo al processo conoscitivo iniziale, alla fase dei meeting preliminari tra proprietà e aspirante allenatore, al momento in cui comparto tecnico e dirigenza devono scoprire se sono adatti l’uno per l’altra.
“La cosa più difficile da fare, per un owner NBA, è ingaggiare un buon coach. La cosa più facile, invece, è licenziarlo. Il motivo per cui ingaggiare un coach è difficile è che gli allenatori sono molto bravi a porsi nel modo giusto al primo incontro, perché conoscono alle perfezione le tue debolezze (a livello di idee tecniche) e sanno benissimo come sfruttare quelle debolezze, quindi è davvero difficile fare la scelta giusta. Alla fine, al 90%, è una questione di fortuna.”
Poi ha aggiunto:
“Se la cosa più difficile da fare è trovare un buon coach, una volta che lo trovi non puoi far altro che sposarlo, sportivamente parlando; gli devi mettere un anello al dito.”
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