Gli incredibili risultati raggiunti dai Golden State Warriors – la conquista dell’anello nel 2015 e il record 15-0 in questo inizio di stagione – sono senza dubbio frutto del talento, ma altrettanto certamente non solo di quello. Infatti, per raggiungere i traguardi più prestigiosi sono necessarie altre componenti: la fiducia in sé stessi, nei propri compagni e nell’allenatore; un’ottima organizzazione tattica; la voglia di sacrificarsi e…una buona dose di fortuna. Uno dei modi per capire se una squadra sia baciata o meno dalla Dea bendata consiste nel contare quanti lettini dell’infermeria sono occupati e quanti liberi. Sotto questo punto di vista, Golden State non può proprio lamentarsi. Lo scorso anno Curry ha giocato 80 partite di regular season, Thompson 77, Barnes 82, Green 79 e Iguodala 77. E tutti loro non hanno saltato neanche un match dei successivi playoff.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da LeBron James, la cui squadra invece è stata martoriata dagli infortuni. I Cavs, durante gli ultimi playoff, hanno infatti perso Kevin Love al primo turno e Kyrie Irving in gara 1 delle Finals. In un’intervista rilasciata a Dave McMenamin di ESPN, LeBron ha rilasciato dichiarazioni riguardo allo stato di forma dei campioni NBA 2015:
“I Warriors sono la squadra più in salute che io abbia mai visto nella storia dell’NBA e oltretutto hanno un grande talento”
Poichè, come si suol dire, “la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo”, gli infortuni hanno continuato a tormentare Cleveland anche quest’anno: Irving è ancora in riabilitazione, Mo Williams ha riscontrato problemi alla caviglia, Timofey Mozgov alla spalla e infine Iman Shumpert si è dovuto sottoporre ad un’operazione chirurgica per risolvere alcuni problemi ad un polso.
The Chosen One, nel corso dell’intervista sopracitata, si è augurato che l’infermeria dei Cavs si svuoti al più presto e che, al contrario dell’anno scorso, non torni a riempirsi durante la post-season:
“Mi piacerebbe essere nella situazione di Golden State, con tutti i ragazzi a posto fisicamente. Ho sempre sentito un modo di dire: E’ un bene che alcuni giocatori siano ai box così che altri possono dare il loro contributo. Da una parte è sicuramente una cosa positiva che coloro che giocano di meno possano avere un’opportunità. Però, dall’altra, preferirei avere la squadra al completo e giocare ad alto livello per tutto l’anno in modo tale da riuscire a riproporre tale livello anche alla fine della stagione“.