Le difficoltà cestistiche di Kobe Bryant sono sotto gli occhi di tutti. L’età e gli infortuni negli ultimi anni lo hanno pesantemente limitato. La sua prova nella sconfitta contro la corazzata Warriors martedì sera, però, ha segnato un punto particolarmente basso nella sua carriera.
Bryant ha tirato con il 7% nell’ultima partita, ovvero segnando 1 tiro su 14 tentati. La percentuale dal campo è la peggiore nelle sue 20 stagioni in NBA (contando le partite con almeno 10 tiri), già fatta registrare nel novembre 2014 contro i San Antonio Spurs.
Dopo la partita, Bryant ha ammesso di essere colpito dalla serietà della propria condizione per la prima volta dall’inizio della stagione: “Questa è la prima volta nella stagione che me ne rendo conto veramente.“
Un’altra statistica: si possono contare 12 partite consecutive con meno di 25 punti segnati e percentuale di tiro dal campo inferiore al 50%. Si tratta della striscia più lunga in carriera, prendendo in esame la concomitanza di questi due fattori.
Pochi giorni fa, Coach Byron Scott aveva difeso Bryant dalle critiche, confermando la sua maggiore libertà nel prendere tiri difficili.
Dopo la pesante sconfitta contro Golden State, Nick Young ha risposto alle domande relative alle difficoltà in casa Lakers. Swaggy P, pur non menzionando direttamente Bryant, si è espresso così:
“Non possiamo caricare tutto sulle spalle di una persona sola. Dobbiamo giocare da squadra. Non si può fare come con i videogiochi, dove giochi solo con il tuo atleta preferito, o no? Dobbiamo far girare la palla.“