Steph Curry è l’uomo del momento. I suoi Warriors stanno mettendo a ferro e fuoco l’NBA, rivoluzionando principi tecnici dati per assodati ormai da decenni e facendo intravedere lampi di un futuro cestistico particolarmente roseo ed esaltante. Eppure, c’è stato un tempo in cui Curry era considerato tutto fuorché il prototipo del giocatore moderno; erano gli ultimi anni del decennio scorso e Steph era un teenager magrolino, dotato di un tiro da tre punti fenomenale ma considerato troppo esile e fisicamente limitato per poter entrare nell’elite NBA. Curry, all’epoca, era la star del college di Davidson – ateneo di buon livello ma non esattamente top-class – di cui stava riscrivendo un record statistico dopo l’altro.
L’esperienza dell’attuale play dei Warriors al college si è conclusa con medie spaventose (28.6 punti e quasi il 40% da tre punti nell’ultima annata) e con la conquista del titolo di miglior realizzatore NCAA per la stagione 2008-2009, ma senza risultati di squadra apprezzabili (tranne l’Elite Eight raggiunta nel 2007-2008 grazie a prestazioni pazzesche proprio a firma Curry). Curry ha deciso di rendersi disponibile per il draft NBA al termine della terza stagione a Davidson e ha quindi preferito anticipare lo sbarco tra i professionisti a discapito della conclusione del proprio percorso accademico, annunciando comunque di essere intenzionato a riprendere gli studi e a laurearsi appena ce ne fosse stata l’occasione.
Proprio in questi giorni si è tornati a parlare dell’esperienza di Curry a Davidson, in relazione alle voci di corridoio che vedevano un ritiro imminente per la jersey numero 30 indossata da Steph nel triennio collegiale. I portavoce dell’università hanno riferito a ESPN che non è previsto il ritiro di canotte di giocatori non laureati e che non sono possibili eccezioni neanche per coloro che nel frattempo hanno conseguito lo status di superstar NBA. Curry al momento è totalmente focalizzato, come ovvio, sulla propria carriera cestistica, ma tornerà sui banchi universitari non appena ne avrà occasione, per ottenere la tanto agognata laurea in sociologia. Perché, come ha detto a Bob McKillop, coach di Davidson:
“Ho promesso di laurearmi e porterò a termine la mia promessa. Mi auguro di poterlo fare il prima possibile.”