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Calipari su Rose: “Ha una soglia del dolore molto bassa”

John Calipari è uno dei santoni di riferimento nel mondo del College Basket, uno che di pallacanestro se ne intende e soprattutto conosce molto bene i giocatori. Ne ha lanciati di talenti nel corso della sua carriera: da Tyreke Evans a DeMarcus Cousins, da John Wall ad Anthony Davis solo per citarne alcuni, passando anche per Derrick Rose.

Il playmaker dei Chicago Bulls è stato allenato da Calipari tra il 2007 e il 2008 quando il figlio dell’Illinois ha frequentato l’università di Memphis. Quei Tigers furono protagonisti di una stagione strepitosa, una cavalcata conclusasi con la sconfitta nella finale NCAA che ha consegnato il titolo ai Kansas Jayhawks grazie anche al celeberrimo Mario’s miracle di Chalmers.

Al termine di quell’annata Rose spiccò il volo verso l’NBA venendo scelto con la chiamata assoluta numero 1 dai Bulls nel Draft 2008. Un impatto fragoroso nella Lega, da vero crack del gioco, con l’apice raggiunto col trionfo alla fine della stagione 2011 col titolo di MVP. Da lì in poi la discesa, anzi il baratro dei continui infortuni e il calvario per tornare in campo, anche se non più ai livelli di una volta.

A questo proposito Calipari è stato interpellato da Colin Cowherd di Fox Sports Radio, ecco le parole dell’attuale coach di Kentucky.

Ho avuto la fortuna di allenare Derrick, questo è ciò che so: non ha una soglia di sopportazione del dolore alta, lo dico io ma lo sa bene anche lui. E’ uno di quei ragazzi che, nel momento in cui si stanno per infortunare, dicono subito “ecco, dovevo stare più attento”. Quando sei un atleta del calibro di Derrick Rose, la cosa più importante è la salute dal punto di vista fisico. Lui è in grado di batterti sul primo passo con la sua velocità e l’esplosività, ma solo se è al 100% di condizione. Se solo è al 70%, i Bulls dovrebbero avere il coraggio di imporgli il riposo, anche se sarebbe un duro colpo agli occhi di Derrick.

 

Un’opinione spassionata e realistica quella di Calipari, che conosce Rose più di chiunque altro e non vuole fare prigionieri: Derrick non è più quello del pre-infortunio, è comunque un grande giocatore con grandi doti anche se non più grandissime come in precedenza. Il suo vero problema è il fatto di non ammettere di non essere più quello di un tempo, la sua non rassegnazione all’accettare di avere un motore con alcuni cavalli in meno: quando riuscirà ad accettare tale situazione, potrà davvero ritornare a essere decisivo secondo il Calipari pensiero.

 

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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