L’NBA ha rilasciato nella giornata di ieri un comunicato ufficiale sul proprio sito per rendere noto l’incontro avvenuto tra lo stato maggiore della Lega e l’associazione giocatori per la discussione del cosiddetto CBA, ovvero il Collective Bargaining Agreement che fissa le regole tra proprietari e atleti.
Al meeting erano presenti tra gli altri il Commissioner della NBA, Adam Silver, e la direttrice esecutiva della NBPA (National Basketball Players Association), Michele Roberts, oltre ai rappresentanti del comitato sui rapporti di lavoro della Lega e del comitato esecutivo della NBPA. Nella nota emessa dall’Olympic Tower si parla di un “incontro preliminare con dialogo costruttivo da entrambe le parti, con l’accordo di riaggiornarsi tra qualche settimana”.
L’attuale contratto collettivo in vigore è stato ratificato il 9 dicembre 2011, accordo di durata decennale sulla carta con la possibilità però di uscire dal contratto per entrambe le parti alla fine della stagione 2016/2017. Non è casuale questa finestra di opt out, che con grande probabilità verrà sfruttata dall’unione giocatori per cercare di rinegoziare un CBA più vantaggioso per quanto li riguarda.
Se nel CBA del 2005 ai giocatori spettava il 57% dei ricavi legati agli introiti sportivi della NBA, in quello del 2011 l’unione giocatori ha visto ridursi questa percentuale al 51.15% per le prime stagioni dall’ingresso in vigore dell’accordo, per poi scendere ancora a una cifra variabile che oscilla tra il 51% e il 49% nelle annate successive a seconda se i ricavi eccedano o siano inferiori alle proiezioni prestabilite a tavolino.
Il contratto collettivo del 2011 è stato visto come una conquista dei proprietari che hanno visto la propria porzione nella spartizione della torta aumentare non di poco rispetto all’accordo precedente. Proprietari che hanno concluso non più tardi di un anno fa anche il nuovo contratto con le televisioni che entrerà in vigore dalla stagione prossima: 24 miliardi complessivi per 9 anni, 2.6 miliardi mal contati a stagione per la NBA.
Particolare non da poco quello del nuovo contratto sulle tv che porterà un ingresso imponente di entrate nella casse della NBA, entrate a cui vorranno accedere i giocatori che sono indiziati per uscire dall’attuale CBA al termine della stagione 2016/2017. Oltre alla questione sulla percentuale dei ricavi destinati a giocatori e proprietari, sul tavolo delle trattative tra Lega e NBPA ci sono anche altri temi di discussione come la rivisitazione su alcune norme del salary cap e della luxury tax, il massimo contrattuale concedibile dalla franchigie, il sistema di partecipazione alla Draft Lottery e l’età minima per accedere alla NBA.
I temi sono tanti, le posizioni di giocatori e proprietari sono diverse, ma c’è un interesse comune: portarsi avanti nei colloqui per scongiurare il rischio di un nuovo lockout come nel 2011, il che non sarebbe altro che un danno di immagine e soldi per tutti.