Kristaps Porzingis, dopo 25 gare della sua prima stagione NBA con i New York Knicks, inizia ad accusare la fatica dovuta al ritmo estenuante di questa Lega, dove ogni squadra disputa ben 82 partite ogni anno e nella quale si viaggia spesso da una parte all’altra degli Stati Uniti.
In una recente intervista Porzingis ha dichiarato che la vita da professionista nella NBA è davvero frenetica e senza sosta:
“Andare a giocare in trasferta con la squadra è logorante, sia dal punto di vista mentale che fisico. In Europa a Siviglia ero abituato a giocare al massimo due partite a settimana, una di campionato e una di Eurocup. Qui andiamo a giocare fuori New York e, in 6 giorni di viaggio, dobbiamo disputare quattro gare. Ad essere onesti, ho davvero bisogno di riposare.”
Solitamente i rookies come Kristaps Porzingis si imbattono nel cosiddetto “rookie wall“, ovvero un momento all’interno della loro prima stagione NBA nel quale le loro prestazioni risentono dei ritmi estremamente intensi richiesti dalla Lega. Anche Derek Fisher, head-coach dei New York Knicks, è voluto intervenire al riguardo:
“Il ‘rookie wall’ colpisce tutti indistintamente, sia i giocatori provenienti dal college che quelli provenienti dai campionati professionistici stranieri. Anche io, quando ero un giocatore professionista, ho attraversato questa fase. Tendenzialmente questo momento colpisce i rookies verso la metà della stagione regolare. Porzingis ha accusato prematuramente questa flessione fisica e mentale, ma non sono affatto preoccupato: Kristaps sta giocando quasi 28 minuti a partita e ciò che fa in campo richiede un grande sforzo fisico. Vedrete che con il tempo si abituerà a questi ritmi.”