Gregg Popovich non è uno di quelli allenatori che amano i riflettori tutti per sé, basti pensare alle sue reazioni alle cerimonie di consegna dei tre titoli di Coach of the Year che quasi lo imbarazzavano. Non ama neanche tener conto dei record statistici che si raggiungono nel corso della carriera, quindi non gli importerà più di tanto quello successo nell’ultima gara giocata.
La vittoria casalinga dei suoi San Antonio Spurs sugli Utah Jazz per 118-81 all’AT&T Center gli permette di superare nella classifica ogni epoca del numero di vittorie per allenatore un collega del calibro di Rick Adelman. Coach Pop è arrivato a quota 1043 W, insediandosi così all’ottavo posto per numero di successi complessivi.
Davanti a Popovich in graduatoria c’è Larry Brown, settimo con 1098, preceduto da George Karl al sesto con 1151, 4 in meno di Phil Jackson quinto a 1155. Ai piedi del podio Pat Riley, quarto con 1210, a 11 vittorie di distacco da Jerry Sloan terzo con 1221, seconda piazza per Lenny Wilkens a 1332 dietro al leader di questa speciale classifica, ovvero Don Nelson primo con 1335.
Un traguardo importante per Popovich, che è alla guida dei texani dal 1996 e da allora ha creato una dinastia portando all’ombra dell’Alamo 5 titoli NBA in un’epoca d’oro per i neroargento. Il nativo di East Chicago, Indiana, può anche vantare la terza miglior percentuale di vittorie nella storia della Lega tra gli allenatori con almeno 500 partite all’attivo.
Una serie di cifre che non fanno altro che dimostrare la grandezza di Popovich non solo come coach, ma anche come persona e personaggio simbolo dell’era moderna in un mondo come quello di uno degli sport professionistici statunitensi in cui è difficilissimo rimanere ai massimi livelli per così tanti anni di seguito.
Grazie a questa larga affermazione sui Jazz, Popovich vede i suoi Spurs salire a 21 vinte a fronte di 5 perse, quest’ultime tutte lontane dall’AT&T Center dove finora in stagione Tim Duncan e compagnia sono imbattuti.