Natale a casa NBA

Il momento atteso finalmente è arrivato. Dopo i titanici sforzi enogastronomici davanti le tavole bandite, è giunta l’ora di scartare il regalo più bello per un appassionato di pallacanestro a stelle e strisce: è il Natale a casa NBA, che vedrà fronteggiarsi, in un ricco buffet di partite, i Golden State Warriors ed i Cleveland Cavaliers.

Quella di giocare il 25 Dicembre è una tradizione che non avrà magari la stessa “età” del presepe o del classico abete, ma che, per nostra fortuna, affonda le proprie radici sin dagli albori della Lega stessa: già nel 1947, infatti, i New York Knicks, veri habitué di questo evento, ospitarono al Madison Square Garden i defunti Providence Steam Rollers. Da allora, le partite il giorno di Natale divennero un’abitudine consolidata, che si è protratta sino ai giorni nostri.

La NBA, intuendo le enormi potenzialità di questa giornata di festa, ha accelerato, soprattutto dagli anni Ottanta in poi, la presenza di grossi calibri, sia intesi come squadre che come giocatori. Non a caso, guardando l’altro lato della medaglia, alcune franchigie (Charlotte, Memphis e Minnesota) non hanno mai giocato in questa data, mentre altre mancano all’appello già da diversi decenni, come ad esempio gli Atlanta Hawks dal 1989 o i Milwaukee Bucks, che non disputano un Christmas Game addirittura dal lontano 1977.

Come già detto, quest’anno andrà in scena il rematch delle scorse Finals, una gara che, a meno di stravolgimenti estivi di roster, non potrebbe avere una migliore atmosfera del 25 Dicembre. Era comunque da un paio di anni che le due contendenti al titolo a Giugno non si ritrovavano, per la prima volta, 6 mesi dopo, ossia da quando i Miami Heat, nel 2012, continuarono il proprio trend positivo contro gli Oklahoma City Thunder. 12 mesi prima, invece, Natale era coinciso con l’avvio della stagione, causa lockout (che aveva invece fatto cancellare le partite natalizie dell’annata 1998-99). Anche in quella occasione si incontrarono le due finaliste, con Miami a prevalere sui Dallas Mavericks, che in quella cornice d’eccezione debuttarono da campioni in carica. Altra rivincita interessante sotto il vischio fu quella del 2008, quando i Lakers interruppero la cavalcata dei Boston Celtics, giunti a quella gara con un interessante record di 27-2. Nell’occasione, Phil Jackson vinse la millesima partita da capoallenatore.

Certe franchigie, soprattutto le più vincenti e le più storiche, hanno ormai fatto il callo alle presenze sul parquet natalizio. Non a caso i Knicks, i Celtics ed i Lakers hanno sempre fatto la parte del leone in tal senso, partecipando spesso e volentieri alla ormai tradizionale kermesse. Anche Detroit e Philadelphia hanno nel carniere tante presenze il giorno di Natale, nonostante sia già da diverso tempo (rispettivamente 2005 e 2001) che non scendono in campo il 25/12.

Se non sono le squadre sono i giocatori: questo il comandamento emanato dall’Olympic Tower già da diverso tempo. Magic, Bird, Jordan, Shaq, Duncan, Kobe, LeBron, Durant, Curry e così via: tutti i grossi nomi sanno già di non prendere appuntamenti per questo giorno di festa. Come disse una volta il sempre inimitabile ed irraggiungibile O’Neal, “giocare con me vuol dire essere impegnati a Natale”, rispecchiando quindi l’abbondanza di pesi massimi. Bryant, ad esempio, sin dal suo esordio natalizio nel 1996 (tra l’altro senza segnare, a Phoenix), è sempre stato particolarmente attivo e siamo sicuri che vorrà dire la propria anche in quest’ultima occasione. Anche James è sulla buona strada, dato che l’ultima volta che i Cavs non vennero “convocati” per l’occasione è da far risalire al 2006. Un po’ più sorprendentemente, MJ ha partecipato a sole 6 edizioni del Christmas Game, capeggiate da un quarantello agli storici rivali della Grande Mela nel 1992.

Tante le prestazioni individuali da sottolineare. I tifosi dei Warriors, ad esempio, sperano di poter vedere Steph Curry replicare i 50 che Rick Barry mise a referto nell’ormai lontano 1966. Notevoli anche i 45 di Wilkins nel 1987 ed i 46 di Tracy McGrady alle spese dei Pistons nel 2002, impreziositi dal fatto che T-Mac era in dubbio alla vigilia della gara. Tra chi ha veleggiato in tripla doppia dal retrogusto natalizio (LBJ e Westbrook tra gli ultimi), ricordiamo anche il record di assist, 18, messo a referto da Nate Archibald nel 1972 con la maglia dei Kansas City Kings. La miglior prestazione tout court da un punto di vista statistico appartiene, e non poteva essere altrimenti, a Wilt Chamberlain, che nel 1961 fece registrare un simpatico 59+36 (record di rimbalzi per Natale), contro i malcapitati Knicks, a cui diverse settimane dopo ne stampò in faccia solamente 100. Il record di punti per il 25 Dicembre, tuttavia, non appartiene alla macchina da punti da Wilton Street bensì a Bernard King, che ne segnò la bellezza di 60, proprio in maglia New York, nel 1984. L’impresa nell’impresa fu che quella partita la persero, con la beffa ulteriore che a prevalere furono i cuginastri New Jersey Nets.

A conti fatti, una vittoria il giorno di Natale vale né più né meno degli altri 81 incontri di regular season. Eppure, proprio il fatto di vedersi incontrare top player o formazioni molto competitive ha dato vita ad alcuni incontri divertenti e combattuti. La rivalità tra Bulls e Knicks, ad esempio, si arricchì grazie a due episodi avvenuti proprio in questo giorno. Il primo a battere un colpo fu Patrick Ewing, che nel 1986 al Madison, dopo un errore di Tucker, recuperò il rimbalzo offensivo e, al volo senza ricadere, fece partire il jumper della vittoria. A rispondergli, nel 1994, non fu Michael, impegnato sui diamanti di baseball, bensì il fido Scottie Pippen che, all’interno di una prestazione da 36 punti, 16 rimbalzi e 5 recuperi, nell’overtime stoppò le due triple del potenziale pareggio avversario. Sempre tra due rivali di Conference, molto intensa la sfida del 25 Dicembre 2000, con i Portland Trail Blazers, guidati da Rasheed Wallace, a prendersi una piccola rivincita contro gli odiati Lakers, vincendo 109-104 allo Staples. Incredibile fu la rimonta dei soliti Knicks nel 1985, che recuperarono ben 25 punti ai Boston Celtics per poi batterli all’overtime, mentre invece, tra i buzzer beaters più recenti, ricordiamo quello di Roger Mason Jr, che permise agli Spurs di vincere sul campo dei Suns nel 2008.

A Natale, dice il cliché, dovremmo essere tutti più buoni. A ben vedere, però, sui parquet NBA può capitare di darsele di santa ragione anche in una giornata del genere. Non ci sono testimonianze dirette, ma è probabile che negli anni Sessanta e Settanta possa essere capitato qualche episodio del genere. I Bad Boys, durante gli ’80, misero la propria ruvidità a pieno regime anche il 25 Dicembre, ma senza eccedere particolarmente. Negli ultimi anni effettivamente qualche episodio si è registrato. Solo 12 mesi fa, infatti, Quincy Acy, in maglia New York, pensò bene di festeggiare il Christmas Day facendosi espellere dalla gara contro i Washington Wizards. Diverse scaramucce anche tra Clippers e Warriors, che non se le sono proprio mandate a dire, facendo nascere la rivalità tra queste due squadre proprio per qualche colpo proibito, a dispetto dello spirito natalizio. Indimenticabile fu il Natale 2004, con temperature estremamente glaciali sul parquet, e non a causa del periodo dell’anno. In quella data, infatti, avvenne il primo scontro da avversari tra Shaq e Kobe. Nella sfida tra Miami e Los Angeles Lakers, si ritrovarono per la prima volta dalla cessione di O’Neal agli Heat, a cui era seguita, come era inevitabile, qualche dichiarazione non proprio zuccherata. I due si ignorarono completamente prima della palla a due, poi in campo, nonostante i 42 di Bryant, fu Wade a prendersi il proscenio, guidando i suoi alla vittoria per due punti in overtime.

L’episodio più memorabile, benché poco raccomandabile, avvenne qualche anno prima, con protagonisti Boston e Indiana. Prima della gara la stella dei Pacers, Chuck Person, soprannominato “Il Fuciliere”, dichiarò che era venuto a caccia di volatili che, in inglese, è traducibile con Bird, proprio il cognome del mito dei Celtics. Il numero 33, maestro insuperabile del trash talking, non poteva farsi sfuggire un’occasione del genere. Con Person momentaneamente in panca, Larry si trovò sulla linea di fondo, proprio davanti al rivale. Si elevò e scoccò il tiro dalla distanza. Una volta rilasciata la palla, si girò verso l’avversario gridandogli “Merry f*****g Christmas”, non proprio gli ossequi tipici del giorno di festa. Ovviamente la palla, subito dopo, entrò docilmente nel canestro.

A differenze della Leggenda di Boston, noi di NBAReligion auguriamo a voi ed a tutte le vostre famiglie un Buon Natale 2015 ed un buon spettacolo con le sfide NBA davanti al camino. Auguri!

Alessandro Scuto

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Alessandro Scuto

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