Avere Kobe Bryant in squadra ha portato ai Lakers ben 5 titoli e parecchie serate da ricordare per la totale goduria che molto spesso ha accompagnato le sue giocate. Negli ultimi anni costellati da infortuni, però, è stato inevitabile assistere ad una sua involuzione fino ad arrivare alla situazione odiera: addio annunciato da Kobe tramite una lettera indirizzata alla pallacanestro ed ai tifosi, e totale mancanza di competitività di una squadra che deve pensare a ricostruire e sviluppare i propri giocavi…ma non da subito.
Questa è l’idea di Mitch Kupchak, general manager della franchigia gialloviola, che ha ammesso in una intervista ad ESPN quali siano i piani dei Lakers per la stagione attuale: accompagnare Kobe nel suo addio al basket, sacrificando anche il minutaggio dei giovani che rappresenteranno il futuro.
“In normali circostanze, in una stagione come questa, ad un certo punto si dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo dei giovani giocatori. Ma non possiamo farlo. Questa stagione rappresenta l’addio, giustificato, del miglior giocatore della storia di questa franchigia. E, con la grazia di Dio, lo vedremo giocare ogni partita col minutaggio maggiore possibile, perchè Kobe è fatto così. E fino a che tutto questo continuerà non sarà possibile concedere 30/35 minuti a quel giovane giocatore che vorresti far crescere. Non è una cosa brutta o sbagliata. Anzi, per certi versi è una buona cosa. I nostri giovani giocatori possono commettere degli errori ma l’attenzione che c’è nei confronti di Kobe da parte dei media può far sì che quegli errori non vengano notati. Ad ogni partita l’attenzione è solo su Kobe. Anche quando non gioca, tutto sono interessati a lui. Certo, anche io speravo che i nostri giovani, con i veterani che abbiamo aggiunto ed un Bryant in condizione, potessero portarci ad un record migliore di quello di oggi. Non mi aspettavo certamente 50 o 45 vittorie. Potevamo aspettarci di vincere 40 partite? Penso sia possibile, è ancora possibile. Ma da dove siamo oggi, penso non sarà assolutamente probabile che raggiungeremo l’obiettivo. Quindi sono certamente dispiaciuto di vedere dove siamo oggi, ma è quello che è. Kobe ha preso la sua decisione, non può giocare ogni partita anche se vorrebbe farlo. Dobbiamo capire come farlo giocare al meglio quando può farlo, e come prepararlo per la partita successiva e, se non riesce ad essere pronto, dobbiamo cercare di essere i più competitivi possibile con i nostri giovani. Non è lo scenario perfetto, ma è quello che abbiamo ora.
La discussione con il giornalista è continuata fino ad approdare nel difficile e curioso argomento del mercato NBA, dove i Lakers hanno subito deludenti “no” dai free-agent durante la scorsa off-season:
“La scorsa estate abbiamo provato a convincere i free agent a venire da noi dicendogli <Vieni a LA, abbiamo un sacco di spazio salariale, abbiamo la seconda scelta al draft, abbiamo la scelta numero 7 dello scorso draft che non ha potuto giocare a causa di un infortunio ma sappiamo che sarà un giocatore pazzesco, e abbiamo Kobe Bryant>. Questa era la nostra pubblicità ed è molto difficile che possa convincere un free agent veterano (come LaMarcus Aldridge), loro vogliono sentire molto più di questo, specialmente se lasciano sul piatto molti soldi. Quindi c’è da pensare al futuro, avremo molto spazio salariale e spero che sarà un argomento convincente per i free agent che contatteremo.”