Kobe parla dell’addio di Gasol: “I Lakers furono irrispettosi”

La bellezza di un abbraccio, ritrovare l’armonia e la complicità di un ex compagno di squadra al quale hai voluto bene fraternamente. Le avventure che hanno passato assieme sono insite in quel siparietto pre-partita della scorsa notte dove i protagonisti, Kobe Bryant e Pau Gasol, si sono riconosciuti “fratelli” tra le urla di quel pubblico che li porterà sempre nel cuore.

Kobe e Gasol, le cui strade sono state interrotte due estati fa. I Lakers stavano affrontando una off-season incentrata sul mercato (poi fallito miseramente senza firme importanti) esterno, senza preoccuparsi dei pezzi che dall’interno cominciavano a riportare un malumore latente. Il catalano appunto. Essenza della forza sotto le plance, con l’eleganza tutta spagnola di co-guidare un attacco che per ben due volte ha permesso di conquistare l’anello NBA.

E così, senza troppi giri di parole, scelse di andarsene per altri lidi. Scelse Chicago, la città del vento, ma anche la città che gli avrebbe permesso di quantomeno giocare ad alti livelli, sognando una franchigia che potrebbe trasformarsi in una seria contender da un momento all’altro. Ed ecco che viene ricordato ciò che Kobe svelò in passato, le motivazioni dell’addio di Pau:

“(Gasol) mi ha detto ‘Kobe, voglio giocare con te per sempre, ma la dirigenza Lakers è stata irrispettosa con me'” ha rivelato lo stesso mamba. “Io gli risposi di mettere da parte l’orgoglio e di far passare tutto ciò che gli aveva dato fastidio. Lui rispose con un ‘No, è una questione di principio’. Lo comprendevo, comprendevo cosa avesse scaturito quel pensiero. Prima di essere dei giocatori di basket siamo persone, essere trattati in un certo modo dopo che hai dato tanto a questa organizzazione… lo capisco.”

Ventun punti (11/17 dal campo), dodici rimbalzi e sette assist in 30 minuti di gioco. Pau ha lasciato il segno nella vittoria di ieri allo Staples Center con il risultato di 114 a 91. Quando gli riferiscono che Kobe ha rivelato le motivazioni dell’addio, lo spagnolo si interrompe, pensa bene alle parole da pronunciare:

“Qualsiasi cosa abbia detto, che fa riferimento ad una conversazione di un anno e mezzo fa durante la free-agency, rimane là. Gli ho detto, sicuramente, che se avessi potuto mi sarebbe piaciuto giocare con lui tutta la vita. Ma ero pronto ad un cambiamento e mi sono messo in una situazione che credevo mi avesse portato più felicità, anche nel modo di giocare. Il Kobe di stasera? L’ho visto molto aggressivo nel difendere su di me, ha cercato di rubarmi la palla dalle mani e per una volta ci è anche riuscito.  E’ stato divertente, lui compete sempre al massimo livello.

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Pubblicato da
Michele Ipprio

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