“We all die. The goal isn’t to live forever, the goal is to create something that will” – Chuck Palahniuk
Morire. Ci passeremo tutti, chi prima o chi poi. Nella vita stessa la morte riveste un ruolo da protagonista, inevitabile. Ha ragione Chuck: l’obiettivo non è vivere per sempre, ma creare qualcosa per far ciò che si possa essere ricordati in eterno. Ed è ciò che andremo a vedere oggi: che belle le schiacciate di LeBron! Ma Jordan quanto era forte? Che spettacolo le triple impossibili di Curry! Si ma se avesse giocato Reggie Miller il basket di oggi ci sarebbe lui al di sopra di Steph! Che ispirazione osservare Kobe dare il 200% ad ogni passo sul parquet di gioco! Ed il tango ballato in post dai fratelli Gasol? No, preferivo vedere il dominio di Shaq! UNICI.
Già, unici. Tutti si ricorderanno di loro anche dopo la loro dipartita, perchè hanno fatto qualcosa per cui vale la pena ricordarli. Il mondo è quello della pallacanestro, certo, con migliaia/milioni di tifosi che sono stati sedotti dai giocatori appena citati. Vivranno per sempre nella loro testa. C’è anche l’altro lato della medaglia, giocatori che avrebbero voluto essere ricordati per tutto ciò che han fatto in campo, ma che saranno invece rimpianti per tutta la vita. Con quel dannato “e se…” a non dare risposte.
Ma pensateci: alzarsi la mattina presto/prestissimo, allenarsi 2/3 ore prima dell’inizio delle lezioni, uscire da scuola, passare il pomeriggio ad allenarsi, tornare a casa, compiti, di nuovo ad allenarsi per una “semplice” sessione al tiro, tornare a casa, farsi abbracciare dal letto, coltivare il proprio sogno, dormire. Ripetere questa routine per 10/15 anni, aggiungendoci tutti i problemi che un contesto povero (come quello da cui arriva il 90% degli afroamericani della lega) ti metta davanti, e arrivare finalmente lì: nella lega più ambita da ogni giocatore di pallacanestro. E’ la NBA!
Tutto sembra andare per il verso giusto: compri la nuova casa in Florida per i genitori (molto spesso UN solo genitore), che si sono prodigati a CERCARE di non farti mancare quel minimo di sicurezza, per sentirti meno in colpa, regali la macchina alla zia, tua sorella vende prodotti grazie alla tua immagine, i tuoi amici chiamano quella ragazza conosciuta in discoteca e “sfruttano” il tuo nome per rimediare una serata. E poi PUFF… tutto scompare. Un incidente, una malattia, una sparatoria, la vita che si fa troppo pesante… la morte arriva. Anche per loro. Per chi, nella testa dei milioni già citati, sembra essere inarrivabile. “Impossibile che possa succedere a lui, è un professionista NBA!”
La vita non scherza, la morte tanto meno.
Andiamo a vedere insieme i giocatori NBA che sono deceduti durante la loro carriera da professionisti, scrollate la pagina, andate in alto e cliccate sulla prossima scheda!
#Respect