Larry Sanders, chi era costui? Non proprio un Carneade nel mondo della pallacanestro, che l’ex giocatore dei Milwaukee Bucks ha deciso di abbandonare in maniera definitiva nel febbraio di un anno fa. In maniera definitiva o quasi, perché nelle ultime ore si sta facendo strada un’ipotesi nemmeno troppo remota di un suo possibile ritorno nella NBA. Lo ha riportato Shams Charania di Yahoo! Sports.
Sanders, uscito da Virginia Commonwealth University, entra nella Lega scelto dai Bucks con la chiamata assoluta numero 15 al Draft 2010. Dopo un inizio non entusiasmante e una serie di esperienze in D-League coi Fort Wayne Mad Ants, Larry comincia a guadagnarsi spazio e credibilità con le sue strepitose doti atletiche che gli fanno spiccare il volo nell’annata 2012/2013, che rimane la migliore della sua finora breve carriera.
Al termine della stagione, Sanders si piazza al terzo posto alle spalle del vincitore Paul George e di Greivis Vasquez secondo nella classifica del Most Improved Player of the Year. Un riconoscimento di tutto rispetto alla crescita esponenziale dimostrata sul parquet, crescita che gli vale l’estensione contrattuale quadriennale da 44 milioni di dollari complessivi nell’agosto 2013 che pare l’inizio di una nuova ascesa.
Macché, è l’inizio della parabola discendente di Sanders protagonista di episodi non troppo edificanti fuori dal campo: risse in discoteca, disturbo della quiete pubblica e resistenza a pubblico ufficiale, due sospensioni per violazione del programma antidroga della NBA e un’inquietudine di fondo che lo ha accompagnato nei suoi ultimi mesi nella Lega, fino alla decisione del buyout nel febbraio 2015 di comune accordo con la franchigia.
Sanders, dopo aver frequentato un programma per uscire dai problemi di ansia e depressione che lo attanagliavano, ha cercato di allontanarsi dai riflettori che l’essere un giocatore NBA comporta e ha deciso di dedicarsi in questo periodo all’arte e alla musica, componendo di recente anche un singolo con una casa discografica di Los Angeles dal titolo “Black Mercedes”.
Tuttavia la passione non muore mai ed è lo stesso Sanders a confermare l’idea di un possibile comeback. Ecco le sue dichiarazioni.
Non appena avrò sistemato le mie attuali attività riguardanti musica e arte, mi piacerebbe ritornare a giocare a pallacanestro. Io amo ancora il basket: me ne sono andato circa un anno fa solo per risolvere miei problemi personali, non perché non mi piacesse quello che facevo. Cercavo stabilità attorno a me e penso di averla trovata. Sento di avere ancora tanto da dare, non vedo tanti giocatori che possano garantire a una squadra quello che posso garantire io. Ho ripreso ad allenarmi con continuità da un paio di mesi, mi tengo in forma in attesa che qualcosa possa muoversi. Se ci sarà l’occasione, verificherò nei minimi dettagli che ci siano le condizioni adatte per un ritorno come si deve.