Jimmermania is back, per quanto in un palcoscenico molto meno prestigioso del college basket di Division I. E’ infatti ormai passato qualche anno da quando Jimmer Fredette a Brigham Young metteva a ferro e fuoco le difese della NCAA con le sue prestazioni realizzative monstre.
La carriera del prodotto di BYU non ha però rispettato le attese che l’avevano portato a diventare una lottery pick per opera dei Sacramento Kings. Tante squadre, tanta panchina, addirittura il taglio all’inizio di questa stagione da parte degli Spurs e le voci all’interno della Lega secondo cui non sarebbe riuscito ad adattarsi ad un ruolo di comprimario e di giocatore di sistema.
Ora, rimasto senza contratto nella NBA, da qualche mese Jimmer è tornato a giocare con continuità nei Westchester Knicks, in D-League, e, libero di giocare come ai tempi del college e di avere spesso il pallone tra le mani, sta mettendo insieme una stagione da 22.6 punti e 4.8 assist nella lega di sviluppo. E ieri Fredette è stato eletto anche MVP dell’All Star Game di D-League grazie ai 35 punti messi a referto con 13/19 dal campo, record realizzativo per la partita delle stelle… in via di sviluppo.
L’ex Kings intanto continua a sperare nel ritorno nella Lega che conta: “Ci speri sempre”, ha detto a margine della premiazione al termine della gara, “tutti in questa lega ci sperano, è il loro sogno. Vogliono tornare nella NBA, avere un’altra chance. La D-League esiste per questo, e io non faccio eccezione”.
Con i numeri che sta facendo registrare nel corso di quest’anno Fredette potrebbe avere buone possibilità di ricevere di nuovo quella chance. A patto che si adatti finalmente a giocare in modo diverso dai tempi del college e, ora, anche della D-League…