Raptors, sacrificare DeRozan per arrivare a una PF?

Nella notte italiana DeMar DeRozan giocherà il suo secondo All Star Game in carriera dopo quello del 2014, e lo farà come rappresentante della franchigia di casa. Ma, come si sa, l’All Star Weekend e il grande raduno di buona parte della NBA in una sola città porta a non poche discussioni di mercato, e alcune potrebbero riguardare proprio il secondo All Star dei Raptors, dopo il titolare Kyle Lowry.

La guardia infatti il prossimo luglio quasi certamente non eserciterà l’opzione a suo favore da 9.5 milioni di dollari e sarà dunque free agent, ma avrebbe già dichiarato chiaramente la propria volontà a restare in Canada: “Il mio pensiero è sempre stato che questa sia casa mia”, ha dichiarato l’esterno californiano, intervistato sulla propria permanenza a Toronto. Ma intanto il GM Masai Ujiri si starebbe comunque guardando intorno, sapendo bene quanto DeRozan sia appetibile sul mercato e quanto sia concreta la possibilità di perderlo a luglio, cercando allo stesso tempo di rinforzare la squadra la dove pare più debole.

Secondo Marc Stein di ESPN, che cita fonti interne ai Raptors, alla dirigenza potrebbero interessare Kenneth Faried di Denver, Thaddeus Young di Brooklyn e il tandem Markieff Morris-PJ Tucker di Phoenix come possibili contropartite per DeRozan. L’obiettivo potrebbe dunque essere quello di sacrificare il proprio All Star, che comunque a luglio andrebbe rifirmato a cifre molto più sostanziose di quelle attuali, per arrivare a coprire un ruolo piuttosto vulnerabile al momento, quello di PF, come si vede dall’identikit dei giocatori appetibili: al momento infatti la PF titolare è il vecchio Luis Scola, mentre il settore esterni pare molto più fornito, potendo contare anche su un Terrence Ross in rampa da lancio dalla panchina, nonché sul progetto-Caboclo che prima o poi dovrà trovare spazio per provare ad esprimersi pienamente.

Al momento sono ancora rumors, ma non è detto che nei prossimi giorni, prima della fine del mercato, queste clamorose voci non prendano forma, nonostante l’ottima stagione disputata fin qui da Toronto.

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Giacomo Sordo

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