Quest’estate entrerà in vigore il nuovo contratto per i diritti televisivi legati all’NBA, grazie al quale nei prossimi 9 anni entreranno la bellezza di $24 miliardi nei forzieri della Lega. Diretta conseguenza di questa situazione è l’innalzamento del salary cap a disposizione delle franchigie, che passerà dai $67 milioni della stagione corrente ai circa $90 della prossima. A tal proposito il commissioner Adam Silver ha affermato che “un cambiamento di questo genere porterà a delle conseguenze non volute“. A cosa si riferisce il successore di David Stern?
La preoccupazione maggiore di Silver è che un introito così ingente vada a scontrarsi con uno dei principi cardine su cui si basa l’accordo – ratificato nel 2011 – sui contratti collettivi: la creazione di un maggiore equilibrio tra le squadre della Lega attraverso un sistema che preveda tasse più elevate per le franchigie che eccedono il salary cap. Invece sta per accadere esattamente il contrario. L’innalzamento del tetto massimo consentirà ad alcune squadre già ampiamente competitive – per esempio Golden State – di avere abbastanza flessibilità finanziaria da poter provare ad accaparrarsi altre star offrendo contratti al massimo salariale.
Ecco le dichiarazioni di Adam Silver rilasciate durante la conferenza stampa dell’All Star Game: “E’ una situazione che non avevamo previsto. La nostra intenzione non era quella di dare ad alcune squadre la possibilità di firmare altri All-Star senza neanche dover andare oltre il salary cap. Quindi, se me lo chiedete dal punto di vista della Lega, noi preferiremmo che gli All-Star fossero distribuiti tra più squadre piuttosto che concentrati in poche franchigie. Vediamo cosa succederà l’estate prossima. Come ho detto prima ci saranno delle conseguenze che non saranno intenzionali. Non sappiamo esattamente quali ma ci saranno“.
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