Zach LaVine, dopo il premio di MVP del Rising Star Challenge, ha difeso sabato il titolo dello Slam Dunk Contest, bissando il successo del 2015. La battaglia si è protratta oltre il numero di schiacciate previsto, vista la parità con lo sfidante Aaron Gordon.
La gara è stata particolarmente combattuta, fra la potenza muscolare di Gordon e l’aerodinamicità di LaVine. Quasi una scena da cinema, come lo stesso saltatore dei Minnesota Timberwolves ha dichiarato a Clay Skipper di GQ, sottolineando come la performance di quest’anno sia stata qualitativamente superiore a quella del 2015:
«Sì, penso che sia stata migliore perché mi sono trovato ad affrontare la competizione probabilmente più combattuta a cui abbia mai preso parte. Penso che resterà nella storia. Mi sembrava come la scena fra Rocky e Apollo Creed, quando si colpiscono nello stesso momento. Entrambi vengono colpiti.»
LaVine è stato veramente colpito dalle schiacciate di Gordon, specialmente – come tutti – da quella sotto le gambe saltando la mascotte, e in quel momento ha sentito il titolo sfuggirgli dalle mani.
«Quelle cose le fanno gli schiacciatori professionisti. Lui l’ha fatta al primo tentativo. Cavolo, è 205 cm, ha saltato una mascotte su un piccolo hoverboard?!»
La risposta di LaVine è stata una windmill dalla linea del tiro libero, ma Gordon lo ha colpito nuovamente con un altro 50. LaVine ha pareggiato nuovamente, ma dopo la schiacciata con passaggio fra le gambe da dietro il canestro, era ormai senza idee.
Poi è arrivato un suggerimento da Will Barton: provare l’affondo passando la palla fra le gambe, dalla linea del tiro libero. LaVine non l’aveva mai provata, ma ha funzionato al primo tentativo.
«Ho continuato a rimanere in gara a suon di diretti. Più andavamo avanti, più dovevamo essere creativi.»