L’NBA è reduce dall’All-Star Weekend dove per tre giorni ha indossato l’abito da sera e si è messa in vetrina al mondo intero coi propri giocatori migliori a dare spettacolo all’Air Canada Centre. Nel contempo la pausa per l’ASG ha dato modo ai tanti altri addetti ai lavori non coinvolti in Ontario di riordinare le idee e riorganizzarsi, così hanno fatto anche i dirigenti della Lega che ha voluto fare chiarezza su alcuni episodi regolamentari a livello arbitrale.
Lo stesso Commissioner della NBA in prima persona, Adam Silver, ha ammesso in maniera candida che il cosiddetto “Hack-a-Shaq” – il fallo intenzionale a palla lontana sui cattivi tiratori di liberi – è cresciuto in maniera esponenziale nella stagione in corso e che i provvedimenti per tale regola verranno ridiscussi nella prossima offseason. Una new entry di questa annata è una nuova tipologia di fallo, ovvero il “piggyback foul” che consiste nel saltare letteralmente in groppa a un avversario con pessime percentuali dalla lunetta su situazione di lotta a rimbalzo su un tiro libero.
Nei giorni scorsi l’NBA ha emesso un comunicato ufficiale a riguardo, comunicato nel quale si dichiara il via libera agli arbitri per sanzionare questo tipo di fallo come un flagrant vero e proprio. Ecco la spiegazione emessa dal vice presidente esecutivo delle operazione della Lega, Kiki Vandeweghe.
Questo tipo di giocata è potenzialmente molto pericolosa per il giocatore che la subisce, in un punto delicato e vulnerabile come la schiena. Così abbiamo istruito gli arbitri a valutare tali episodi nella maniera più corretta possibile secondo il regolamento vigente, il che significa anche a interpretarli come flagrant fouls.
La NBA autorizza in questo modo i direttori di gara a interpretare le varie circostanze secondo la loro discrezionalità anche con la casistica del flagrant, la cui applicazione scoraggerebbe non poco, allenatori nel chiedere e giocatori nel commettere, questo tipo di fallo.