La collaborazione tra James Harden e Dwight Howard non ha portato nel Texas i frutti desiderati, ed il rapporto tra le due star si è incrinato sin da pochi mesi dopo l’arrivo del centro in squadra.
Secondo quanto riportato da Fran Blinebury di NBA.com, i problemi hanno cominciato a presentarsi in modo pesante circa due anni fa, quando Houston fu eliminata da Portland al primo turno dei playoff, ed è lì che sarebbero cominciate le richieste di scambio dell’altra superstar alla dirigenza da parte dei due.
“Per tre stagioni con Howard e Harden, i Rockets hanno accusato una forte assenza di leadership sul parquet, e non sono mai stati considerati una squadra con la necessaria etica lavorativa dalle avversarie, nè tanto meno una reale contender.
Entrambi i giocatori hanno per lo più pensato ad accaparrarsi il ruolo di ‘maschio alfa’ della squadra, e così faranno finchè qualcosa non cambierà. Howard va in giro sorridendo a dire che per vincere è necessario che tutti abbiano un atteggiamento positivo, mentre Harden pensa solo alla sua prossima partita da 40 punti.”
Queste le parole di Blinebury, che negli anni ha seguito la vicenda da molto vicino.
Eppure, a giudicare dal raggiungimento delle finali conference nella scorsa stagione, sembrava che i due fossero finalmente riusciti a mettere da parte i dualismi personali per il bene della squadra; il risveglio dall’idillio è stato però più duro del previsto, e a un mese e mezzo dalla fine della regular season Houston è in piena lotta per l’ottavo posto, con un record di 27 vittorie e 28 sconfitte.
Secondo Adrian Wojnarowski l’obbiettivo del GM Daryl Morey è quello di liberarsi di Howard entro la giornata di oggi, ma a prescindere dalla riuscita o no dell’operazione sembra chiaro che la squadra e il centro siano destinati a separasi, data la possibilità prevista dal contratto di diventare free agent in estate.
E pensare che al momento dell’arrivo in Texas, nel 2013, Howard aveva parlato di lui e Harden come dei ‘nuovi Kobe e Shaq’.
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