Stephen Curry è stato protagonista di una serata speciale in quel di Miami. Il playmaker dei Golden State Warriors ha trascinato i suoi sul campo mettendo a referto 42 punti nella vittoria 118-112 sui Miami Heat e ha eguagliato il record NBA appartenente a Kyle Korver per numero di gare consecutive con almeno una tripla a bersaglio in regular season: il tassametro dice quota 127.
Una prestazione superlativa, come al solito verrebbe da dire, per Curry ma non è stata questa la parte speciale della sua serata. L’episodio significativo è avvenuto prima della gara contro Dwyane Wade e compagni, quando l’MVP della stagione scorsa ha ricevuto in spogliatoio un suo piccolo fan di nome Shawn.
Shawn Kennedy è un bambino di 4 anni appena alle prese con una rarissima forma di tumore al cervello meglio nota con la sigla DPIG (Diffuse Intrinsic Pontine Glioma). Una brutta sigla, che un bimbo di quell’età non dovrebbe conoscere nemmeno e che invece è costretto a lottarvi contro per sperare di avere un’infanzia come gli altri coetanei.
Shawn proviene da Niagara Falls, New York, dove risiede anche un amico di lunga data di Steve Kerr, coach dei Warriors. Quest’amico si dà il caso che sia anche in rapporti stretti con la famiglia Kennedy, così in pochi giorni grazie a una mail si è riusciti a organizzare questo incontro unico tra Shawn e il suo idolo Steph.
Curry ha accolto Shawn nel locker room ospite dell’AmericanAirlines Arena quando mancava poco più di un’ora e mezza alla palla a due, solo dopo la sua classica routine pregara fatta di esercizi estremi sul ballhandling e tiri dal parcheggio. Il prodotto di Davidson si è intrattenuto per circa un quarto d’ora con Shawn e la sua famiglia, alla presenza anche di Kerr e di altri giocatori dei Warriors.
Al termine dell’incontro Curry ha regalato un suo paio di scarpe autografate a Shawn firmate col messaggio “Keep doing brave”: continua a essere coraggioso Shawn, non solo Curry ma tutti noi siamo con te!