Fredette-Knicks, è già finita

L’avventura (se così si può definire) di Jimmer Fredette ai New York Knicks pare essere già arrivata alla conclusione: stando a quanto riporta Ian Begley di ESPN, il front office di New York con ogni probabilità non offrirà il secondo 10-day contract all’ex giocatore dei Sacramento Kings.

Fredette, che stava viaggiando a delle medie altissime in D-League con i Westchester Knicks (21.8 punti e 4.8 assist con il 46.4% dal campo e il 40.5% dall’arco), ha giocato solamente pochi minuti di garbage time con i Knicks da quando è stato chiamato il mese scorso. Le aspettative di dirigenza e tifosi erano diverse (durante una partita il pubblico del Madison Square Garden ha iniziato a intonare il suo nome in coro) rispetto a quanto non sia realmente avvenuto, ma d’altronde si tratta del leitmotiv della carriera del prodotto di BYU Cougars: durante l’anno da senior in New Mexico, Fredette ha viaggiato alla media di 28.2 punti a partita, realizzando anche il record di punti della sua università e quello assoluto della NCAA 2010-11 (52 punti). Dichiaratosi al draft, è stato selezionato dai Milwaukee Bucks con la decima chiamata assoluta, venendo però subito girato ai Sacramento Kings nell’ambito di una trade. I risultati ottenuto al piano di sopra non hanno rispecchiato però quanto visto al college: Fredette ha fatto una fatica enorme a ritagliarsi un posto nelle squadre che ha girato (oltre ai Kings, ha vestito anche le maglie di Chicago, New Orleans e appunto Knicks). I motivi? Sicuramente la scarsa attitudine al gioco fisico (così come confermato dallo stesso coach ad interim dei Knicks, Kurt Rambis, ma anche -sostengono alcune voci di corridoio- un carattere non proprio vocato al gioco e allo spirito di squadra.

Fredette dovrebbe tornare ai Westchester Knicks (potrebbe essere già disponibile per la partita di stanotte), a meno che qualche altra squadra NBA non decidesse di concedergli un’altra opportunità. Al suo posto, i New York Knicks potrebbero decidere di puntare su uno tra Tony Wroten e Ray McCallum, mentre pare sfumata la pista Ty Lawson.

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Federico Saltalamacchia

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