Chicago – Miami è una sfida che negli ultimi anni di NBA ha sempre significato molto. Una gara tra le migliori squadre dell’Est, uno scontro che sanciva la supremazia sulla costa atlantica. LeBron James però adesso è andato via ed anche i Bulls, rivoluzionati in questa stagione, non stanno vivendo il loro miglior periodo.
Il fascino però resta.
Questa notte, oltre a quello, la gara ha fatto parlare di sé anche per un altro motivo.
Sì, era la prima gara casalinga per Joe Johnson con la maglia degli Heat (24 punti per lui e primo back-to-back dopo l’ultimo giocato con i Nets a metà dicembre. L’aria di Miami gli ha restituito l’energia per giocare..), ma non è quello.
Sì, Hassan Whiteside ha fatto registrare il suo massimo in carriera con i 26 punti messi a referto, ma non è quello.
E allora cos’è?
Miami ha chiuso la gara con 129 punti e soprattutto con il 67,5% dal campo, la percentuale realizzativa dal campo più alta degli ultimi 6 anni. Tanta roba per l’attacco degli Heat e per la gestione Spoelstra, in grado di rilanciare una squadra orfana di LeBron James e che deve fare i conti con l’assenza di Chris Bosh.
Per Chicago invece l’ennesima brutta notizia di una stagione vissuta tra alti e bassi. Anzi, più bassi che alti.