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Colangelo: “Troppo talento, difficile scegliere per Team USA”

Jerry Colangelo è stato chiamato in fretta e furia lo scorso dicembre al capezzale dei Philadelphia 76ers, franchigia allo sbando sotto tutti i profili. L’NBA ha pensato lui non a caso, viste le sue conclamate doti di leadership a livello dirigenziale e la sua esperienza di lunga data nel mondo della pallacanestro professionistica.

Colangelo tuttavia svolge un doppio ruolo, già perché a tempo perso sarebbe anche il grande capo di Team USA. I Giochi Olimpici distano ormai poco più di cinque mesi e bisogna iniziare a valutare quali saranno i magnifici 12 che rappresenteranno gli Stati Uniti per la pallacanestro agli ordini del commissario tecnico Mike Krzyzewski. “Un duro compito ma qualcuno dovrà pur farlo” verrebbe da dire, vista l’abbondanza e la qualità a disposizione della Nazionale a stelle e strisce.

Ecco le parole a riguardo rilasciate da Colangelo a Michael Lee del The Vertical.

Voi giornalisti lo chiamata “imbarazzo della scelta”, io lo chiamerei “problema di troppa classe”. Avercene di questi problemi: abbiamo giocatori con un talento incredibile, purtroppo ne potremo selezionare solo 12 nella lista dei 31 che abbiamo stilato qualche mese fa. Non sarà in ogni caso una scelta semplice, perché anche oggi a bocce ferme posso affermare che chiunque resterà fuori sarebbe decisivo in quasi tutte le altre rappresentative presenti a Rio. Detto questo, non è facile costruire una squadra per una manifestazione così breve e dopo una stagione lunga e logorante come quella NBA. Serve tener presente le reali condizioni fisiche dei giocatori verso fine giugno, il loro stato di forma e le loro caratteristiche. E’ chiaro che non porteremo i primi 12 realizzatori della NBA, non avrebbe senso. Porteremo una squadra con giocatori consapevoli del proprio ruolo all’interno dello scacchiere di Mike Krzyzewski.

 

Da quando ha assunto l’incarico nel 2005 come direttore del Team USA, Colangelo vanta un record di 75-1 sotto la sua gestione tecnica oltre a due ori mondiali e due ori olimpici, che potrebbero diventare tre – almeno così si augura Jerry – tra circa cinque mesi.

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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