Phil Jackson potrebbe tornare sulla panchina dei Knicks

Clamorosa indiscrezione data nelle ultime ore dall’emittente americana Espn: la prossima stagione, a sedere sulla panchina del Madison Square Garden potrebbe essere nientemeno che l’attuale presidente Phil Jackson.

L’ex coach di Bulls e Lakers starebbe infatti meditando la possibilità di risolvere i problemi dei suoi Knicks, che finora non hanno mai raggiunto i playoff dal suo insediamento nei quadri dirigenziali della franchigia (e in questa stagione la sinfonia non dovrebbe cambiare), attivandosi in prima persona e ricoprendo il ruolo che l’ha consacrato nella leggenda della Lega: quello di allenatore. Jackson, 71 anni il prossimo settembre, aveva abbandonato la frenetica vita dell’allenatore NBA per acciacchi fisici all’anca e alla schiena: ecco perché, anche in caso di ritorno, guiderebbe i Knicks in prima persona solamente nelle gare casalinghe, tenendo l’attuale coach Kurt Rambis come suo sostituto nelle trasferte.

Dopo il licenziamento a stagione in corso di Derek Fisher, sembra che Jackson abbia cominciato a seguire maggiormente la squadra e a dare molte più indicazioni personali a giocatori e staff tecnico, e considerate le difficoltà a trovare la persona giusta per guidare la tanto attesa rinascita dei Knicks (pare ormai scontato che Rambis, inizialmente additato a semplice traghettatore in attesa di un coach di più alto profilo, finirà invece per portare a termine la stagione), potrebbe scegliere appunto questa soluzione di coach “casalingo” per il prossimo anno.

Dal canto suo, fino a questo momento “coach Zen”, così chiamato per la sua filosofia motivazionale influenzata dal pensiero orientale, ha sempre negato la possibilità di un proprio ritorno, e respinto anche numerose offerte (anche i Lakers poco tempo fa gli offrirono di tornare per la terza volta a Los Angeles) proprio per i problemi fisici. Staremo a vedere se questa soluzione, che gli eviterebbe il peso delle trasferte, riporterà in panchina un allenatore capace di vincere 11 titoli e tuttora detentore della più alta percentuale di vittorie della storia NBA tra i coach con almeno 200 gare dirette (70.4%).

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Pubblicato da
Giacomo Sordo

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