Miami è meta di tanti pensionati americani che cercano il caldo confortevole ed uno stile di vite tropicale per accompagnarli negli ultimi anni del proprio percorso sulla terra. Quando Stoudemire scelse proprio la Florida per lasciare il proprio passato in molti ironizzavano su questa tendenza. Eppure ha saputo far ricredere tutti: il ruolo, dopotutto, non poteva essere lo stesso che avrebbe dovuto dimostrare col contrattone che si portava sulle spalle nella grande mela. E sicuramente questo ha fatto sì che le pressioni e le attenzioni mediatiche si affievolissero.
Intervistato dalla nota rivista sportiva Sport Illustrated, Stoudemire ha toccato diversi argomenti:
Dopo tutto quello che hai passato sembra che stia andando bene a Miami. Come ti senti?
Sai cosa, è stato un gran cambiamento per me giocare a Miami. Abbiamo un bellissimo gruppo di ragazzi che rendono il gioco molto più facile. E’ molto divertente giocare con questa squadra, con un team che ha la possibilità di competere per il titolo. Fa sì che liberi le tue migliori qualità.
Tornando indietro nel tempo. Hai riavuto Joe Johnson come ai tempi di Phoenix. Hai avuto un ruolo primario per convincerlo a firmare?
Joe ed io siamo sempre stati buoni amici. Avevamo perso un po’ i contatti durante gli anni scorsi nonostante io fossi a New York e lui a Brooklyn, ma abbiamo comunque mantenuto un rapporto solido. Quando ho sentito che c’erano le possibilità di firmarlo l’ho immediatamente contattato. Gli ho detto che l’organizzazione è ottima e che mi sarebbe piaciuto giocare con lui ancora. Sono sicuro che è stata una decisione difficile per lui ma sono felice che abbia preso quella giusta.
Gli hai parlato dello stile di vita di Miami?
E’ una bella vita quando si vince. Ed ovviamente non solo c’è da considerare che si tratta della città di Miami.. ma penso che la possibilità di competere per il titolo abbia reso la sua decisione molto più facile.
Ora Miami ha te, Wade, Johnson, Bosh quando tornerà. Pensi che ci sia una speciale connessione tra veterani?
Sì, credo che abbiamo una bellissima squadra. Ottimi veterani. Abbiamo dei grandi leader come me, Chris, Dwyane, ed ora Joe… e poi abbiamo certamente degli ottimi giovani come Richardson, Winslow, Tyler Johnson… Abbiamo ragazzi disposti ad accettare la nostra leadership e lavorare tanto.
Cosa pensi di Hassan Whiteside? Quanto tempo passi con lui ad allenarti?
Con Hassan è importante cercare di mantenerlo concentrato. Far sì che capisca l’importanza dei dettagli del gioco della pallacanestro. I fondamentali ti portano lontano, ma i dettagli sono ciò che possono elevare il suo livello di gioco. Questo è quello di cui parliamo per tutto l’anno. Sta avendo una grande stagione e siamo pronti a migliorare ancora.
Gli dai qualche consiglio grazie alla tua esperienza, ripensando ai tempi in cui a Phoenix eri giovane e nella stessa posizione?
Yeah, ogni tanto gli concedo qualche piccolo consiglio in partita ed in allenamento. Ma a Phoenix io avevo 18 anni, mentre Hassan ne ha già 27. E’ già pronto a passare al prossimo step e dominare. Credo che sia questo il suo momento.
Parlando nuovamente dei Suns. Tutti parlano di come Steve Nash e D’antoni hanno aiutato la NBA a rivoluzionarsi ed a formare gli attacchi che vediamo ora, specialmente vedendo Golden State. Pensi che la gente si sia dimenticata di quanto eri dominante in quegli anni?
Sai cosa? Lo penso. Tante persone hanno dimenticato di quanto fossi dominante. Abbiamo creato questo nuovo tipo di pallacanestro che sta giocando Golden State attualmente. Quando hai un playmaker come Steve e un finalizzatore come me, il gioco è molto più semplice. Credo proprio che molta gente abbia dimenticato di quanto fossi dominante.
Quale è la tua schiacciata preferita negli anni in Arizona?
“Ce ne sono cosi tante. Un giorno ero seduto in aereo con i giovani come Hassan, Richardson, Winslow, e stavamo guardando vecchie azioni di gioco. Penso che fosse un video con le top 200 schiacciate della mia carriera. Erano sbalorditi da quanto vedevano riuscivo a fare sul campo da gioco. C’erano così tante schiacciate, è difficile sceglierne una.
Cosa pensi di Justise Winslow, cosa potrà essere?
Se continua ad imparare il gioco della pallacanestro e a mantenere una etica del lavoro elevata solo il cielo può costituire un suo limite. E’ già un grande giocatore difensivo, può crescere tanto offensivamente. Può essere davvero un gran giocatore per questa lega per molti anni.
Cosa preferisci fare quando non sei in campo?
Mi godo le differenti gallerie d’arte del luogo. Little Haiti è un altro ottimo posto dove andare, oppure al cinema o a cena. Passo anche tanto tempo coi figli, portandoli ad eventi sportivi.
Voi veterani vi vedete?
Sì, andiamo fuori a cena come una famiglia. Lasciamo i figli a casa. In trasferta è bello passare il tempo assieme con tutta la squadra. A Miami invece gli Heat fanno un ottimo lavoro organizzando tanti diversi eventi dove son protagoniste le famiglie.
Tra voi condividete alcuni interessi, vero? Come l’arte, la moda..
Parlo di moda con Dwyane mentre con tutti cerco di parlare di arte e di coinvolgerli maggiormente. E’ un work in progress, ma li vedo sempre più interessati.
AS: Some of you guys have some shared interests, right? With fashion, art…
Amar’e: “I talk fashion with Dwyane. I’ve been talking art with all the guys. Just trying to get them more involved. It’s a work in progress, but they’re starting to come around.”
Quindi stai insegnando ai giovani ragazzi il mondo dell’arte?
Sì, Justise ha una mente aperta per tutto questo, è bello da vedere. Discutiamo di differenti pezzi d’arte che vediamo in internet o sui social media. Gli faccio vedere alcune opere per il quale potrebbe essere interessato. Cerco di migliorare la sua mentalità artistica in modo tale che possa sviluppare il proprio gusto.
Come hai iniziato a dipingere?
Volevo creare qualcosa che potesse esprimere le mie due passioni, pallacanestro e arte, e educare la comunità e le diverse generazioni. Molti bambini delle aree povere vogliono solo diventare giocatori di basket o di altri sport. Oppure diventare attori o rapper. Ma io cerco di insegnare che si può essere dei giocatori, oppure degli artisti.
Tornando alla pallacanestro. Che idea avevi di Richardson e Johnson ad inizio anno?
Non sapevo davvero cosa aspettarmi. Non li conoscevo, ma ho assistito a tutti loro progressi. Se hai il giusto atteggiamento e una mentalità positiva, puoi essere un fattore.
Pensi che i vostri giovani abbiano imparato qualcosa guardando giocatori come Wake, Chris e te? E’ questo il tuo ruolo attualmente?
Assolutamente. Il nostro ruolo è quello di partire bene durante le partite, di dare un tono difensivo e di impostare le azioni per poi lasciare che i giovani possano inserirsi al meglio e continuare quanto iniziato da noi. Ora come ora stiamo giocando tutti molto bene ed abbiamo grande fiducia nei nostri mezzi. Sentiamo che abbiamo una grande opportunità di dimostrare di essere una squadra speciale.
Avete battuto i Cavs sabato notte, quanto sarebbe divertente una serie di playoff contro di loro?
Sarebbe storica. LeBron e gli Heat che giocano contro ai playoff. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, cerchiamo di prendere una partita alla volta. Stiamo solo cercando di vincere ogni sera e scalare la classifica. Partiamo da questo.