Categorie: Ncaa

March Madness 2016, Elite Eight Day 2: Boeheimian Rhapsody

Nella battaglia tra team dell’ACC sono Syracuse e North Carolina a trionfare, strappando il pass per la Final Four di Houston a spese rispettivamente di Virginia e Notre Dame: i due match hanno avuto uno sviluppo diametralmente opposto, con gli Orange vittoriosi in un’altalena di emozioni in puro stile March Madness ed i Tar Heels che, ancora una volta in questo torneo, hanno dimostrato di essere la forza dominante che è loro valsa il seed #1 nell’East Regional; andiamo adesso a vedere meglio come queste partite si siano sviluppate, augurandoci che il prossimo 2 aprile le National Semifinals sappiano regalarci le stesse emozioni di questa Elite8.

#10 SYRACUSE ORANGE vs #1 VIRGINIA CAVALIERS: 68-62

Dopo le mille polemiche scaturite dall’esser stati selezionati per prendere parte al torneo, gli Orange confermano sempre più di essere la vera, grande, sorpresa di questa March Madness, diventando il primo seed #10 nella storia del torneo NCAA ad avere accesso alla Final Four: i ragazzi in arancione mettono in campo, soprattutto nel secondo tempo, un’ aggressività da far spavento e con l’ormai celebre zona 2-3 di Coach Boeheim riescono a ribaltare le sorti di un match che pareva essere deciso già a fine primo tempo quando, con un vantaggio di 14 lunghezze e l’esperienza necessaria per poterlo gestire, Coach Bennett ed i suoi Cavaliers davano la sensazione di essere in totale controllo del gioco.

Dopo i primi dieci minuti di gioco assistiamo alla prima scossa del match da parte di Virginia che infila qualche canestro in serie portandosi brevemente da 12-10 a 21-10, rosicchiando poi qualche altro punticino a Syracuse, nonostante la scarsa verve in fase di realizzazione del proprio leader Brogdon, chiudendo la prima frazione sul 35-21: il secondo tempo inizia con UVA che cristallizza ancor più il suo dominio andando a segnare il primo canestro e dando prova di poter gestire con tranquillità il vantaggio accumulato a fine primo tempo; Syracuse cerca di rifarsi sotto forzando qualche tiro, portandosi anche a -8 a 12 minuti dal termine, con i Cavaliers che tuttavia ribattono colpo su colpo grazie a due triple di Brogdon e Thompson, buone per il 51-37 ed il nuovo +14.

Da questo momento in poi Coach Boeheim decide di rischiarsi il tutto per tutto, chiedendo ad i suoi ragazzi un immane sforzo per attuare un rischiosissimo pressing a tutto campo che, in primo momento, sembra non dare i suoi frutti ( tripla di Perrantes per il +15 e la sensazione di un match ormai scritto ) ma che con l’andare avanti dei minuti si rivelerà un macigno pesantissimo per l’attacco di Virginia che, con un Brogdon decisamente giù di tono, inizia a perdere un ingente quantitativo di palloni ( 13 a fine partita, a fronte di 11 rubate da parte di Syracuse ) non trovando più le contromisure necessarie per rimanere, almeno mentalmente, in partita: l’eroe degli ultimi minuti di gioco ha il nome di Malachi Richardson, Freshman, che nonostante la ovvia poca esperienza si carica i suoi sulle spalle in una delle rimonte meno pronosticabili della storia della March Madness.

Sul 56-43 ( 8:36 da giocare ) inizia il blackout per i Cavaliers che da lì in poi segneranno solo 6 punti: primo strappo di Syracuse che grazie a Richardson e Roberson riesce a portarsi sul -7 in appena un minuto di gioco ( 49-56, 7:37 ), canestro di Hall che ridà fiato a UVA ( 49-58 ) e secondo strappo di Syracuse che impedisce ai propri avversari di segnare per i restanti 6 minuti; ad 1:30 dal termine del match, infatti, i Cavaliers sono ancora inchiodati a quota 58 punti mentre gli Orange, continuando la propria corsa grazie alle giocate di Richardson, sono riusciti ad accumulare uno score di 64 punti.

Eroe del match il già citato Richardson che chiuderà il match con 23 punti a referto, conditi da 7 rimbalzi e 2 palle rubate, ben coadiuvato da Roberson ( 10+8 ) e Cooney ( solo 8 punti ma 4, decisive, palle rubate ) mentre, da segnalare, nelle fila dei Cavaliers la scarsa performance di Brogdon ( 12 punti con 2-14 al tiro ) ed il buon apporto di Perrantes che segna soltanto dalla lunga distanza ( 6 su 10 da 3 punti, per 18 punti complessivi ).

#1 NORTH CAROLINA TAR HEELS vs #6 NOTRE DAME FIGHTING IRISH: 88-74

Primo tempo giocato a viso aperto dai due atenei appartenenti alla ACC che mettono in mostra degli attacchi abbastanza “in palla” e una comunque buona solidità difensiva, equivalendosi sia a rimbalzo che nell’intensità generale del match: un 43-38 per UNC all’intervallo che fa ben sperare per il proseguo del match; il secondo tempo tuttavia è a completo appannaggio dei Tar Heels che dimostrano una supremazia tale da poter confermare quanto di buono c’era da aspettarsi ad inizio stagione e che, ancora una volta, per fortuna oserei dire, sottolinea quanto in un torneo così difficile l’esperienza di ragazzi abituati a certe partite sia fondamentale e che l’utilizzo dei grandi talenti cosiddetti one-and-done possa essere davvero poco fruttifera ( vedi Kentucky ).

Il secondo tempo è un alternarsi di mini parziali che pian piano portano sempre un po’ d’acqua al mulino di Coach Roy Williams, voglioso di ripetere il titolo del 2009: piccoli strappi continui che portano dunque UNC ad una nuova Final Four dopo quella, vincente appunto, del 2009; Brice Johnson mette a referto l’ennesima doppia doppia stagionale ( 25+12 ) e, con lui, l’intero quintetto titolare di North Carolina chiuderà in doppia cifra il match, in linea con quanto avvenuto nel match precedente.

Tra i Fighting Irish, ai quali è mancato Zach Auguste ( 5 punti e 3 rimbalzi, limitato da falli e difesa ), da segnalare la solita prestazione di spessore di Demetrius Jackson ( 10-16 al tiro, 26 punti ).

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Pubblicato da
Stefano Romani

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