Steve Kerr non sembra esattamente un uomo in procinto di battere un record ventennale e di inimmaginabile portata. Tutto al contrario il coach dei Golden State Warriors ha dichiarato alla stampa di non aspettarsi da nessuno dei suoi titolari più di 35 minuti a partita, nel match di questa notte contro i Memphis Grizzlies e forse anche nelle ulteriori due partite restanti. Un riposo precauzionale, in vista di una cavalcata ai playoff che si preannuncia durissima, nonostante quanto dimostrato dalla squadra nel corso dell’intera regular season.
Discorso a parte va fatto per Andrew Bogut, che, a differenze dei fedeli compagni di squadra Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green, non sarà della partita questa notte, accomodandosi in panchina.
Si tratterebbe di un compromesso, raggiunto tra coach e squadra, per tentare di infrangere il record di vittorie stagionali dei Chicago Bulls (nessun passo falso è più ammesso nelle ultime tre gare) senza stressare troppo i fisici dei giocatori in vista dei playoff NBA. Certo sulla carta 35 minuti possono essere più che sufficienti per permettere ai titolari degli Warriors di abbattere le resistenze dei Grizzlies, devastati dagli infortuni, e questo discorso potrebbe ripetersi per l’ultima partita stagionale tra le due squadre, prevista per mercoledì. Ma tra le due partite contro gli orsi del Tennessee c’è il più pericoloso degli scontri, quello contro i San Antonio Spurs di Gregg Popovich, che hanno vissuto una stagione non meno sfolgorante di quella degli uomini di Kerr.