Draymond Green ormai non è più il segreto ben nascosto dei Golden State Warriors di cui fa le fortune sul parquet da un anno e mezzo a questa parte: se nell’annata passata poteva essere definito l’uomo nuovo portato alla ribalta da coach Steve Kerr nel sistema perfetto attorno a Stephen Curry, quest’anno il prodotto di Michigan State si è confermato come leader emotivo conclamato ma spesso come fattore tecnico molto sottovalutato.
Green non a caso è il candidato numero uno per aggiudicarsi il riconoscimento di Defensive Player of the Year secondo la maggior parte degli addetti ai lavori statunitensi. Se è vero che il numero 23 in attacco è un facilitatore come pochi nella Lega da numero 4 – grande passatore, discreto tiratore da 3 punti, ottimo bloccante e buon roller sui pick ‘n roll – è altrettanto evidente come la metà campo in cui cambia in maniera tangibile le sorti delle partite è quella difensiva.
La capacità di Green di difendere senza alcuna differenza contro tutte le posizioni – dal centro al playmaker avversario – permette a Golden State di poter cambiare su tutti i blocchi in difesa mantenendo un’elevata aggressività sulla palla in ogni possesso difensivo. Inoltre la sua abilità nel catturare rimbalzi e mettere subito palla per terra con efficacia consente ai Warriors di ribaltare il fronte in maniera rapida e andare subito in transizione alzando il ritmo.
Anche le statistiche sono dalla parte di Green. Solo per citarne alcune:
– con Green da 5 e quattro esterni, nella cosiddetta “Death Lineup”, i Warriors rifilano agli avversari 47.4 punti di scarto agli avversari su 100 possessi
– con Green centro e quattro esterni, i Warriors sono la miglior difesa della Lega persino meglio degli Spurs (considerando anch’essi con un lungo e quattro “piccoli”): 95.3 vs 96.5 concessi su 100 possessi
– con Green in campo i Warriors concedono 97.5 punti di media agli avversari su 100 possessi, senza di lui addirittura 109.8
Draymond Green ha tutte le carte in regola per conquistare il trofeo di Defensive Player of the Year in questa stagione, Kawhi Leonard permettendo ovvio. L’MVP delle Finals 2014 ha vinto nella scorsa stagione il premio di DPOY e anche quest’anno sarà in lizza per bissare il successo: un duello infinito tra Warriors e Spurs, anche nei premi individuali.