QUINTETTI
Raptors: PG Kyle Lowry SG Norman Powell (DeMar DeRozan) SF DeMar DeRozan (DeMarre Carroll) PF Luis Scola C Jonas Valanciunas; Allenatore: Dwane Casey
Pacers: PG George Hill SG Monta Ellis SF Paul George PF Lavoy Allen C Ian Mahinmi; Allenatore: Frank Vogel
COME ARRIVANO AI PLAYOFF
Toronto è reduce da una regular season storica (56-26 e record di franchigia). I Raptors migliorano il bilancio di fine stagione da cinque anni consecutivi (da quando è iniziata la positiva gestione Casey; numero uno per bilancio vittorie/sconfitte nella storia di Toronto); sono però usciti al primo turno nelle ultime due esibizioni ai playoff. Drammatico, in particolare, lo sweep subito dai Washington Wizards nei quarti dell’Eastern Conference della scorsa stagione. Toronto è una squadra in ascesa, ma che deve ancora dimostrare di essere entrata a far parte dell’elite NBA. La sfida con gli ostici Pacers è perfetta per testare le aspettative dei Raptors. Indiana, che ha rifondato dopo la deludente stagione scorsa, si è fatta forza dei suoi asset storici: difesa di squadra (terzi per defensive efficiency) e un Paul George tornato subito a livelli extralusso. PG13, reduce da un terrificante infortunio, si è confermato top-10 NBA e giocatore franchigia: sulle sue spalle graveranno buona parte delle responsabilità offensive dei Pacers. In difesa coach Vogel si avvale invece di due dei migliori interpreti NBA sull’asse play-pivot: il solido George Hill e l’insospettabile Ian Mahinmi, protagonista di un provvidenziale career year. Sia Raptors che Pacers giocano una pallacanestro per certi versi anacronistica: Toronto preferisce attaccare a difesa schierata (penultima per pace nella Lega con 95.3) e scommette forte sul duo di star Lowry-DeRozan – entrambi entrati prepotentemente nel lotto dei top-5 NBA nei rispettivi ruoli – che hanno assoluta libertà di puntare il ferro e di costruirsi il tiro dal palleggio; Indiana gioca a ritmi più sostenuti, ma ha presto abbandonato l’idea di schierare Paul George da numero 4, per tornare a un quintetto old-school con due lunghi tradizionali (Lavoy Allen e Mahinmi). I Raptors partono coi favori del pronostico, ma i Pacers hanno le armi – fisicità, rotazione lunghi, Paul George – per portare la serie in un territorio meno tecnico e più emotivo che li vedrebbe avvantaggiati.
Il mostro a due teste dei Raptors: Lowry-DeRozan (AP Photo/Aaron Gash)
LA SFIDA: Kyle Lowry vs Paul George
DeMar DeRozan ha disputato una stagione memorabile, ma il vero leader dei Raptors è Kyle Lowry, playmaker 30enne che ha chiuso la regular season con 21.2 punti, 4.7 rimbalzi, 6.4 assist, 2.1 rubate e il 39% da tre. Lowry si è inventato un gioco alla “Steph Curry dell’Est” fatto di tantissime conclusioni dalla distanza (7.1 a partita) e della capacità di gestire i flussi della partita da assoluto generale in campo. I Pacers rischiano di avere la coperta difensiva corta: lo specialista George Hill dovrebbe prendere in single coverage proprio Lowry; DeRozan toccherebbe a Monta Ellis, che però potrebbe subirne stazza e atletismo. Sulle piste di DeMar andrebbe allora dirottato Paul George (chiave tattica della serie sia in attacco che in difesa). L’ala piccola dei Pacers, stante il declino di Ellis e la mancanza di scorer secondari davvero affidabili, è il pericolo pubblico numero uno per la difesa Raptors. George è uno dei rari giocatori in grado di fare sostanzialmente tutto in attacco (23.1 punti, 7.0 rimbalzi, 4.1 assist e il 37% da tre in regular season), anche se manca della costanza di rendimento dei vari LeBron James, Kevin Durant e Kawhi Leonard. I Raptors avrebbero il difensore perfetto per prenderlo in marcatura singola: DeMarre Carroll. L’ex Hawks è però reduce da una stagione particolarmente travagliata, con sole 26 partite disputate e una confidenza ancora tutta da testare con i compagni. Se George dovesse riuscire a sfruttare il vantaggio atletico con Carroll – e tecnico-fisico con il suo sostituto Norman Powell – i Raptors potrebbero essere costretti a snaturarsi sotto canestro (per esempio dando più minuti all’energico centro di riserva Bismack Biyombo). Toronto, in ogni caso, ha dalla sua il mostro a due teste DeRozan-Lowry, più i validissimi inside scorers Valanciunas e Scola e le razzenti riserve Cory Joseph e Terrence Ross; i Pacers, dovessero incappare in una serata no di George, si troverebbero con i soli Ellis e Myles Turner (rookie sorpresa della stagione) in grado di mettere punti a referto con continuità.
Paul George contro Lowry, DeRozan e Carroll (credits to zimbio.com)
FATTORI X: DeMarre Carroll (Raptors), Myles Turner (Pacers)
Carroll, come detto, ha giocato pochissimo in stagione. Dopo una partenza discreta, problemi al ginocchio destro lo hanno costretto a operarsi e a rientrare solo nel finale di regular season. L’ala piccola 30enne dà ai Raptors una valida alternativa in attacco; ma Carroll è, soprattutto, un lavoratore difensivo indefesso e di stazza (2.03 m per 100 kg) in grado di marcare anche i 4 avversari. Resta da testare la sua autonomia: coach Casey dovrebbe farlo partire dalla panchina con precise limitazioni nel minutaggio; Carroll, però, ha detto di voler giocare il più possibile, stante la formula “do or die” dei playoff. I Raptors avranno già le mani piene con i Pacers, ma se si dovesse concretizzare la Finale di Conference che molti si aspettano con i Cavs, il recupero di Carroll diventerebbe fondamentale (ora Paul George, poi LeBron, in mezzo uno tra Nicolas Batum e Joe Johnson; li marcherebbe tutti lui). Dall’altra parte, i Pacers si sono trovati tra le mani una delle perle inaspettate di questa regular season: il giovanissimo (20 anni appena compiuti) rookie Myles Turner. Il prodotto di Texas University ha chiuso la prima campagna tra i pro con cifre di alto livello: 22.8 minuti, 10.3 punti, 5.5 rimbalzi, 1.4 stoppate e il 50% dal campo. Come tante matricole, però, Turner si è trovato a fare i conti con il famigerato “rookie wall”. Dopo la vittoria del premio come miglior rookie del mese di febbraio per la Eastern Conference, Turner ha perso prima ritmo e fiducia e poi il posto appena guadagnato nello starting five. Coach Vogel è corso ai ripari, per impedire al ragazzo di intestardirsi e di diventare controproducente per l’attacco Pacers. Il talento offensivo di Turner è tutto da vedere, il potenziale è da star. Al momento, tuttavia, il suo ruolo ideale è proprio quello di “microonde da post alto” dalla panchina: le sue carenze difensive, soprattutto nell’ottica di un utilizzo prolungato da playoff, rischierebbero di mandare fuori fase l’oculatissimo sistema-Pacers. Turner, gestito nel modo giusto, può però diventare lo scorer secondario di cui Indiana ha disperato bisogno per mettere in apprensione la difesa dei Raptors. I lunghi di Toronto mancano della stazza (Patterson e Biyombo) o dell’esplosività (Scola e Valanciunas) per stare con lui. Turner potrebbe essere, nomen omen, colui che “gira” un paio di partite e la serie.
Myles Turner (credits to oregonlive.com)
VINCONO I RAPTORS SE: Lowry e DeRozan giocano come in regular season; i lunghi non vanno sotto con i più dinamici pariruolo Pacers; Carroll torna a buoni livelli e si integra subito con i compagni; i panchinari (Joseph, Ross, Johnson) dimostrano di essere affidabili anche in un contesto-playoff
VINCONO I PACERS SE: Riescono a mettere la museruola a una star di Toronto (o a entrambe); George è il miglior giocatore della serie; i role players (Hill, Mahinmi, Miles) fanno il loro; Turner è quello del rookie of the month e non quello del rookie wall; la serie si gioca più sul dinamismo e sul fisico che sulla tecnica
PRONOSTICO: Raptors in 6