GOLDEN STATE WARRIORS
Stephen Curry 9: IRREALE. Come sempre si tratta di una sfida tra lui e sé stesso. Parte forte, fortissimo, giusto per ricordare che la regular season o i playoff per lui sono la stessa cosa. 16 punti nel primo quarto, 8 nel secondo. Ventiquattro punti e 7 rimbalzi in 19 minuti di gioco. Poi la maledetta caviglia lo costringe a sedersi per quasi tutto il secondo tempo. Il Dio del basket ci perdonerà se pregheremo per sperare non sia nulla di grave, ma solamente un fastidio. Indispensabile.
Draymond Green 8: il solito metronomo dell’attacco e soprattutto della difesa degli Warriors. Non si ferma mai, come sempre, e la sua energia permette a Golden State di non perdere la bussola quando l’uscita forzata di Steph Curry sembrava aver “depresso” il gioco dei padroni di casa. Motejunas ammutolito nell’ultimo periodo di gioco, quando in teoria Draymond avrebbe dovuto essere più rilassato.
Andrew Bogut 6,5: non è lì per fare punti ma per mettere in campo la “presenza” e il carisma difensivo che gli viene riconosciuto. Gioca a sprazzi, esagera coi falli, ma quando c’è da mettere il fisico è il primo a fare il passo in avanti e permette ai suoi di sapere che possono perdere la marcatura dell’avversario. Tanto poi ci pensa Bogut.
Marreese Speights 7,5: quando si alza dalla panchina sai già che porterà alla causa tutto ciò che ha. E stasera lo ha dimostrato per l’ennesima volta. Energia e qualità offensiva fan sì che questo splendido giocatore sia uno dei migliori della propria squadra. Anche quando il vantaggio è importante (+20) è uno dei primi a non alzare mai la testa e rilassarsi.
Klay Thompson 6: serata non indimenticabile per il secondo splash brother. Un po’ impacciato sul parquet, e soprattutto spara a salve. Ci ha abituato a ben altri numeri, chiude con 4-14 dal campo, ma la “serata di riposo” è ampiamente concessa se giochi con gli Warriors
Andre Iguodala 6,5: niente di speciale per Andre. Non c’è stato mai bisogno che cambiasse il livello di gioco contro questi Houston Rockets, e forse questo è ancora più preoccupante per gli avversari. Già, perchè il tabellino recita….
Anderson Varejao, SV
Leandro Barbosa 7: Quando entra sa quello che deve fare. Quindici minuti dove aiuta la sua squadra a creare e mantenere il vantaggio, se poi tira anche con un ottimo 4/5 dal campo cosa si può chiedere di più?
Efestus Ezeli 7: sfida con Dwight Howard vinta a mani basse. Ogni pallone che passava lì sotto diventava suo, soprattutto nel primo e già decisivo quarto. 8 punti e 6 rimbalzi in 10 minuti di gioco ne rappresentano la caratura.
Harrison Barnes 6,5: anche se la percentuale al tiro è stata quella che è stata (3/12 a fine partita) si dimostra uno degli elementi fondamentali di questi Warriors. In attacco apre il campo, in difesa tiene bene e ruota con eccellenti tempi di gioco.
Shaun Livingston 6,5: Ha avuto l’ingrato compito di “riempire” l’assenza di Curry dal terzo quarto in poi. Dapprima accusa il colpo, come tutta la squadra, ma poi si rilassa e si ricorda che è un campione NBA. Normale amministrazione.
Ian Clark SV
Brandon Rush SV
HOUSTON ROCKETS
James Harden 4: Conclude con 17 punti (7-19) ed è il miglior marcatore di Houston. Ma non è giusto che sia lui il migliore dei suoi. Il perchè è molto semplice: una superstar del suo calibro non puo’ scomparire per tutti i quarti di gioco, escluso il terzo, avendo persino problemi coi falli. L’immagine della brutta stagione Rockets.
Dwight Howard 2: La doppia-doppia l’ha portata a casa. Ma non c’è niente di più bugiardo di questo. Imbarazzante per quasi tutti i SECONDI in cui è rimasto in campo tanto da sembrare quasi indisponente. Non c’è molto altro da dire. L’Howard di Orlando è un lontano, lontanissimo parente. Anzi, non lo è proprio.
Clint Capela 4,5: Alterna pessime scelte offensive/difensive a sprazzi di talento. I liberi non sono il suo forte e gli Warriors lo han voluto far notare fin da subito con l’Hack-a-Capela. In 17 minuti di gioco colleziona 12 rimbalzi e 3 punti.
Trevor Ariza 5: Come l’intera squadra paga la brutta serata al tiro. Almeno però sembra essere quello meno confusionario (e confuso) di tutti. Migliore difensore tra i suoi, e sicuramente il “meno peggio” dei texani.
KJ McDaniels 5: Unico giocatore di Houston a chiudere con Plus/Minus positivo. Difensivamente presente (2 stoppate di pregevole fattura) e 20 minuti passati a fare legna in campo.
Jason Terry 5: Simile a quanto fatto vedere da Ariza, anche se difensivamente…
Josh Smith 4: Parte bene e poi non vede più il campo. 8 minuti della sua solita pallacanestro un po’ troppo Hippie.
Corey Brewer 4,5: Ci prova a tornare il giocatore tuttofare del passato. Ma il risultato è una serata pessima intrisa di scelte sbagliate. Uno dei pochi che comunque corre ovunque per rimanere al passo degli indiavolati Warriors.
Donatas Motiejunas 4: Entra e porta energia ma solamente quando il match è già finito. Nonostante alcune cose interessanti commette diversi errori di blackout nel quarto periodo, oltre ad innervosirsi con Draymond Green.
Patrick Beverley 3,5 : lo aspettavano tutti per osservare come avrebbe sfidato il migliore della lega. E’ partito carichissimo fin dal saluto pre-partita che ha riservato a Steph con quella spallata troppo esuberante per non essere intrisa di un messaggio speciale. Lo si capisce a metà primo quarto, quando Patrick e Steph si allacciano. Questo è il suo ruolo, e forse è l’unico modo per fermare Curry. Per il resto… decisamente rimandato.
Andrew Goudelock SV
Michael Beasley SV