Cavs col brivido ma alla fine vale la legge del Re: Recap e Pagelle

CLEVELAND CAVALIERS

Lebron James 7,5: Da lui ci si aspetta sempre il massimo quando conta e il Re spesso non delude. Anche stasera gioca per se e per la squadra, smazza assist, salta a rimbalzo e si prende l’arancia quando per gli altri la pressione è insostenibile. Cleveland è ai suoi piedi, adesso tocca a lui.

Kevin Love 9: Magari continuando a parlare degli screzi tra Lebron  e Irving il fatto che i Cavs hanno ritrovato il miglior Love passerà sottotraccia. Il lungo ex Timberwolves legge benissimo la partita, tira con il 50% da tre e in post è un rebus irrisolvibile per i Pistons. Chiude in doppia doppia ma per uno con il suo talento dovrebbe essere un abitudine.

Tristan Thompson 5: Ve lo ricordate quel bestione in grado di scombinare il perfetto  piano partita dei Warriors alle scorse Finals? Beh diciamo che in campo è sceso il gemello cattivo. Drummond non è in serata eppure tortura il giovane centro il quale non riesce nemmeno a dare un contributo significativo in attacco. Il suo è un lavoro sporco ma deve dimostrare ancora di meritarselo quel posto da titolare.

J.R.Smith 6: Almeno non ha fatto a botte con nessuno, del resto quando giochi in una squadra farcita di stelle la tua presenza rischia di passare sottotono. Per lui una giornata ordinaria in ufficio e il fiato sul collo di Shumpert desideroso di giocare più minuti.

Kyrie Irving 7,5: Non ditegli che ha preso lo stesso voto di James segnando nove punti in più ma il figlio di Drederick continua a giocare troppo per se stesso. Qualche volta la lampadina si accende e allora non ce n’è per nessuno ma segnare 31 punti al primo turno di playoff è un conto, bisognerà vedere quanto questa sua verve realizzativa si confermerà più avanti. Per adesso bene.

Matthew Dellavedova 6,5: Le percentuali al tiro sono rivedibili eppure quando gioca è la classe operai al potere. Non è dotato di un talento cristallino ma il suo contributo in difesa sarà fondamentale quando le partite conteranno qualcosa in più.

Ian Shumpert 6: La partita la finisce lui e questo è un chiaro segnale del fatto che sta tornando bene dopo l’infortunio. Reggie Jackson non è un cliente comodo eppure il nativo di Oak Park si destreggia bene quando la palla ce l’hanno gli altri. Ancora troppo macchinoso in attacco ma c’è tempo per riprendere il ritmo e la fiducia in se stessi.

Richard Jefferson 6,5: Per vincere a certi livelli l’esperienza conta tantissimo e Jefferson è alla diciassettesima stagione in NBA. Si vede poco ma è lì esclusivamente per segnare quando conta e puntualmente mette una tripla di vitale importanza per l’economia della partita. Chissà che non sia il Battier della situazione per la cavalcata di James.

Timofey Mozgov s.v.: Da quando Blatt ha ricevuto il ben servito i suoi minuti sono calati sensibilmente. Il futuro del centro russo rischia di essere in un’ altra franchigia.

DETROIT PISTONS

Tobias Harris 6-: Alla fine non si può definire una brutta prestazione ma rasentare la sufficienza non è quello che Van Gundy si aspettava quando lo ha portato a Detroit. Sicuramente essere accoppiato con Lebron non ha giocato alla sua partita ma in attacco deve prendersi più responsabilità. In difesa faccia pure quello che vuole tanto fermare il 23 non è cosa.

Marcus Morris 6,5: Il voto funge da media tra il primo tempo da All-Star e il secondo da desaparecidos. La mano è quella giusta ma le difese della post season non hanno granché in comune con quelle della stagione regolare e Marcus questo lo deve ancora capire. Se riuscirà a mantenersi costante su tutta la partita allora Detroit può aver trovato il suo Kevin Love a buon prezzo.

Andre Drummond 6,5: Il miglior rimbalzista della lega non può permettersi di andare in confusione quando la partita entra nelle fasi salienti. Van Gundy gli preferisce Baynes negli ultimi 3 minuti per far capire al ragazzo che va bene dominare sotto i tabelloni però quando conta serve lucidità cosa che al gigante dei Pistons manca ancora. Di occasioni per rifarsi ne avrà.

Kentavious Caldwell-Pope 7,5: Top scorer dei suoi gioca come se fosse un veterano quando invece èalla prima esperienza ai playoff. Non ha paura di prendersi tiri importanti e se lo sbaglia spesso ne prende un altro subito dopo il che vuol dire che c’è fiducia nei mezzi e personalità da vendere. Ha l’ingrato compito di contenere Irving e gli riesce a tratti, in ogni cosa ottima prova.

Reggie Jackson 7: Infiammabile è il termine più giusto anche se sbaglia un lay-up con un minuto abbondante sul cronometro che poteva riaprirla è comunque positiva la prova di Reggie. Indiscutibilmente il leader offensivo della squadra passa tutto o quasi dai suoi polpastrelli, peccato che quando da in escandescenza può scaturire un gioco da tre punti o un fallo tecnico decisamente evitabile. I margini di miglioramento sono enormi deve solo fare pace con se stesso (pare facile).

Stanley Johnson 7: 3-3 da oltre l’arco, 8 rimbalzi e la soddisfazione di essersi trovato a fronteggiare Lebron James in una serie di playoff nell’anno da rookie. Per Johnson è tutta una novità, è l’emblema di una squadra giovane con tanta voglia di stupire e zero timore reverenziale. La sua atleticità tornerà utile nelle prossime partite se poi la mano è quella di stasera la cosa comincia a farsi interessante.

Steve Blake 6,5: Lo davano per finito e invece il vecchio Steve è ancora qui a dispensare assist. Quando entra in campo è un istituzione e tutti i compagni provano a rubargli qualcosa. Segna appena un punto ma fornisce sei assist e gestisce alla perfezione il ritmo della partita.

Reggie Bullock 8: Quella dei Pistons sarebbe la peggior panchina della lega ma quella vista stasera ha l’aria di essere una delle migliori e Bullock ne è il simbolo. Gioca meno di 10 minuti ma scrive 8 punti, non ha paura di nulla ed è il primo a far scricchiolare le certezze in casa Cavs. Se devo scommettere sul mister X della serie scelgo lui a mani basse.

Aron Baynes 5,5: Non una brutta prova semplicemente mi aspettavo di vedere un po’ più di intraprendenza soprattutto nel finale. Ok che fermare Irving in penetrazione non è uno scherzo ma stendere il tappetto rosso non è un opzione. Anche quando cambia sui blocchi è troppo passivo e il conto da pagare è spesso salato.

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Paolo Stradaioli

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