Dopo la NON-partita di tre giorni fa il clima era decisamente diverso per le due squadre. Mentre da una parte gli Spurs arrivavano rilassati e iniziando già ad interrogarsi su una serie (finora) poco allenante, dall’altra i Grizzlies avevano quanto meno il dovere di buttare in campo tutto il possibile, dall’orgoglio alle preghiere, in un Fed-ex Forum caloroso come al solito. L’inizio vede gli Spurs controllare con un Leonard pressoché infallibile e facendo pesare la maggiore fisicità nel pitturato (10 pt nel primo quarto) a scapito di una Memphis coi cinque piccoli cercando di aprire il campo e creare un match-up favorevole contro Duncan. Una tripla di Ginobili sulla sirena chiude il primo quarto sul 26-18 San Antonio, ma Memphis sembra essere in partita e quanto meno non difetta di intensità. Nel secondo quarto gli Spurs calano e nonostante un’altra tripla in transizione di Ginobili che segna il massimo vantaggio (34-21) i Grizzlies iniziano a venire fuori, guidati dalla gestione eccentrica di Lance Stephenson (8 punti nel primo tempo), con una pallacanestro sporca, fisica, magari anche poco lucida ma che appiattisce il gioco dei texani e mostra un po’ di quel Grit-N-Grind che avevamo apprezzato nelle stagioni passate. Popovich chiama un time-out ma Barnes con due liberi da il primo vantaggio a Memphis (39-38) dal 3-2 di Gara 1. Il primo tempo si chiude con un tap-in dell’attivo Barnes sulla sirena per il 44-43 Spurs che almeno regala una partita nella seconda frazione.
Nel terzo quarto il trend è ancora quello visto nei primi ventiquattro minuti con Toni Allen, Carter e Barnes – determinato a dimostrare di aver portato altre munizioni per questa partita – maestri nel giocare una partita frammentata, poco lucida. Sembra quasi di giocare nel fango e in questa situazione il divario tecnico – enorme – tra le due squadre si affievolisce. Gli Spurs ci provano con Green e soprattutto Leonard ma i Grizzlies rimangono sempre a contato grazie ad un magistrale Randolph da 18 punti nei primi tre quarti. La capacità di Z-Bo di giocare nelle pieghe della partita entra sotto la pelle della difesa degli Spurs. che concede troppo al ferro compreso l’appoggio volante che di Green che chiude il terzo quarto sul 71-70 Memphis.
L’assenza di Duncan per motivi di accoppiamento e di Parker, totalmente fuori partita, pesano ma San Antonio trova linfa dalla panchina grazie all’energia di Mills e Anderson. Ma è ancora Leonard ad elevarsi sopra tutti: lasciato in campo da Pop ad inizio quarto quarto mette cinque punti in fila da campione vero che grazie anche ad un appoggio di Anderson in contropiede piazzano un parziale Spurs che costringe Joeger al time-out sul 77-73. Randolph resta più di un problema, così come la poca fisicità in area ed a rimbalzo, ma i texani sembrano aver ritrovato un minimo di continuità offensiva e grazie ad un’altra tripla di Green (11 punti con 3/6 da oltre l’arco) e due liberi del solito Leonard vanno avanti 89-81 con meno di tre minuti da giocare. I Grizzlies non vogliono arrendersi ma Kahwi è entrato in Modalità-Cyborb. Segna come e quando vuole consentendo agli Spurs di mantenere il vantaggio fino alla vittoria finale per 96-87.
Seppur soffrendo e giocando male gli Spurs strappano la vittorie e probabilmente anche le ultime speranze dei Grizzlies. Si torna in campo tra due giorni, sempre a Memphis, e San Antonio avrà la prima chance di chiudere la serie ed iniziare a pensare al prossimo ostacolo verso la scalata alla Western Conference.