Categorie: Playoffs 2016

Golden State riprende la marcia e si porta sul 3-1. Recap e Pagelle di Gara-4

HOUSTON ROCKETS

Patrick Beverley 5: entra bene in partita, ma le buone cose mostrate nei primi minuti si rivelano ben presto un fuoco di paglia. Se Curry è poco ispirato di sicuro non è merito suo e coach Bickerstaff alla prima occasione lo richiama accanto a sè, facendogli vedere la partita da bordocampo, comodamente seduto in panchina.

James Harden 7+: nella prima frazione si rivela meno egoista di quanto le malelingue dicano, smazzando assist destinati in gran parte alle manone di Howard. Le 7 palle recuperate sono un’evidente segnale della maggiore attenzione in fase difensiva, tuttavia le percentuali decisamente basse e le troppe pause nel corso della gara sono una nota dolente nel bilancio della sua prestazione.

Trevor Ariza 4: il ferro non è mai d’accordo con le sue scelte di tiro, ma nonostante gli screzi con il canestro il prodotto di UCLA continua inesorabilmente a sparare a salve.

Donatas Motiejunas 5,5: il lungo lituano è protagonista di un assolo offensivo di tutto rispetto nel terzo quarto, ma l’exploit non basta a riscattarlo totalmente da una prova a tinte fosche. Da rivedere il feeling con Harden, che in una serata all’insegna dell’altruismo lo serve spesso, ma la sua fiducia non viene mai ripagata.

Dwight Howard 7: nel primo tempo Harden gli offre dei cioccolatini e il vecchio Superman ne fa una scorpacciata, rievocando i bei tempi di Orlando. La sua gara è però inesorabilmente macchiata dai tanti liberi sbagliati (non certo una novità) e soprattutto dall’ingiustificata assenza nel decisivo terzo quarto, durante il quale gli Warriors imperversano senza pietà. Si sveglia nel quarto periodo, ma ormai gli avversari sono in fila per il check-in.

Jason Terry 5: a proposito di check-in, il Jet mette subito a segno 4 punti dalla panchina, per poi perdere due palloni consecutivi e disputare una gara anonima: il -17 alla voce plus/minus non mente.

Michael Beasley 7,5: una delle poche note liete dei texani. E’ (quasi) solo grazie a lui che Harden e compagni riescono a tenere testa a Golden State nel primo tempo, ma ben presto anche B-Easy è costretto a sventolare bandiera bianca per la manifesta superiorità degli avversari.

Corey Brewer 5: la costanza non sembra essere il suo cavallo di battaglia, a giudicare da come alterna buone cose ad errori imbarazzanti. Nel terzo quarto sbaglia la sua ventitreesima tripla consecutiva, non può essere un caso.

Clint Capela, KJ McDaniels, Montrezl Harrell s.v.

 

GOLDEN STATE WARRIORS

Stephen Curry 4,5: l’MVP uscente stringe i denti, ma il mattone con cui debutta in Texas non è certo l’inizio che sognavano dalle parti San Francisco. L’1-7 dalla lunga distanza per il miglior tiratore della Lega suggerisce che qualcosa non va, per giunta la sfortuna gli impedisce di dimostrare il suo indubbio valore nel secondo tempo. In bocca al lupo.

Klay Thompson 7,5: Curry è a mezzo servizio? No problem! Per una volta tocca a Thompson fare la voce grossa e lui, da vero leader, non si nasconde. I compagni lo cercano e lui (anzi, la sua mano) risponde presente. Altro che Splash Brother, it’s Splash Father‘s time!

Harrison Barnes 6: l’inizio non è dei migliori, come del resto quello di tutta la squadra, ma cresce con il passare dei minuti e partecipa attivamente al bombardamenti del terzo quarto.

Draymond Green 7,5: per lui vale lo stesso discorso fatto per Barnes. Inizia con il freno a mano tirato e si innervosisce quando le cose più semplici non gli riescono, ma nel terzo quarto si sveglia dal suo sonno profondo e guida la fuga degli Warriors da leader navigato.

Andrew Bogut 5,5: i troppi falli lo limitano nella propria metà campo sin dai primi minuti, nei quali almeno non demerita in attacco e si dimostra pronto a ricevere i suggerimenti dei suoi talentuosi compagni. Con il passare dei minuti però sparisce e nell’ultima frazione viene buttato fuori per falli.

Andre Igoudala 8: quando Curry stenta e Green non riesce ad esprimersi sui suoi livelli abiutali è lui a tirare avanti la baracca. Entra e stravolge la partita con una prestazione a tutto tondo, ricordando a tutti che stiamo pur parlando dell’MVP delle Finals in carica.

Marreese Speights 6: poco concentrato nei suoi primi minuti sul parquet, ma quando gli Warriors decidono di fare gli Warriors anche lui è costretto suo malgrado ad alzare il livello per non sfigurare.

Shaun Livingston 7: Howard lo battezza con una stoppata degna dei vecchi tempi e l’airball di pochi minuti dopo dimostra che la ferita è ancora fresca, ma ha il grande merito di non far rimpiangere l’infortunato Steph sfruttando gli accoppiamenti favorevoli con la difesa dei Rockets.

Festus Ezeli 6-: presenza costante a rimbalzo e in difesa, quando viene chiamato in causa fa il suo dovere.

Ian Clark, James McAdoo, Brandon Rush, Leandro Barbosa s.v.

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Federico Ameli

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