Aminu devastante, Paul infortunato: i Blazers vincono e si portano sul 2-2. Recap e Pagelle di gara 4.

Gara 4 della serie tra Clippers e Blazers è, purtroppo, la partita dell’infortunio che potrebbe aver posto fine alla stagione di Chris Paul. Il folletto di LA si è procurato una brutta frattura alla mano; Paul è noto per la capacità di giocare sul dolore ma, vista l’entità del danno, è difficile pensare a un ritorno in tempi brevi. L’altro topic di gara 4 è l’exploit offensivo di Al-Farouq Aminu: 30 punti con uno strabiliante 6-10 da tre per un giocatore noto per l’attitudine “difense first”. I Blazers, sulle ali dell’entusiasmo e della partita-monstre di Aminu, vincono 98-84 e riaprono una serie che sembrava fortemente indirizzata dopo le prime due vittorie Clippers.

PRIMA METÀ

Nel due quarti iniziali i Clippers stanno a galla grazie al solito Paul e all’insospettabile Jeff Green. CP3, vista la vena non proprio strabordante dei compagni, decide di mettersi in proprio: i primi 12 punti di LA sono tutti suoi. Green, dal canto suo, è in una di quelle rare serate in cui riesce a conciliare estro e concretezza (chiuderà il match con 17 punti, 3-6 dall’arco e pure un paio di giocate clutch). I Blazers rispondono con le bombe di Aminu, alla miglior partita in carriera, e con l’intensità difensiva di un Plumlee infuocato (ottimo, nonostante i due punti a referto). La prima metà di gara si conclude con i Clippers che paiono trovare qualche arma offensiva in più (Griffin e Crawford, in particolare) e con Portland che conduce di intensità, ma che fatica ad attaccare in modo fluido. Lillard e McCollum, i due eroi di gara 3, tirano poco e male; oltre ad Aminu e Plumlee, l’altro Blazers sugli scudi è l’ennesimo comprimario: un Allen Crabbe con 2 triple nel secondo quarto e uno score perfetto a fine partita (5-5 dal campo con 2-2 da tre e 12 punti). 47-43 Portland il punteggio all’intervallo (pessime percentuali al tiro per le squadre: 34.5 % combinato).

SECONDA METÀ

Il terzo quarto, se possibile, è ancora più caotico dei primi due: mischie continue e ribaltamenti di fronte danno il polso di una partita non bella da vedere, ma intensa. I trascinatori sono il “solito” Aminu da una parte e Griffin dall’altra, ma la circolazione offensiva di entrambe le squadre è spezzettata e spesso sterile (i Clippers tirano più di una volta allo scadere dei 24; i Blazers si danno all’airball compulsivo, con Henderson a fare da gran maestro). DeAndre Jordan non deve neanche strafare per piazzare un paio di stoppate delle sue; Portland invece sfrutta la pessima serata di JJ Redick (in campo infortunato) per intasare l’area e stravincere la contesa a rimbalzo (58-42 a fine partita). La chiave di volta del match (e forse di serie e stagione dei Clippers) è l’infortunio a Chris Paul: osso rotto nella mano destra e frustrazione evidente al momento dell’uscita. Doc Rivers è costretto a spremere il figlio Austin in cabina di regia e ad affidarsi più del solito agli isolamenti di Crawford. La bomba-clutch di Green a fine terzo quarto sembra lasciare aperto il discorso. I Clippers, inaspettatamente, si sgonfiano di botto nell’ultima frazione. Portland scappa grazie a un Harkless eccellente (12 punti pure per lui), mette 32 punti a referto nei 12 minuti conclusivi e approfitta dell’ennesimo infortunio in casa Clippers: Blake Griffin è costretto a chiudere in anticipo a causa del riacutizzarsi del problema al quadricipite che lo aveva colpito durante la regular season. Aminu spara triple in serie e manda i titoli di coda sulla partita col tap-in del 95-81. L’ultimo minuto di garbage time dà occasione di riflettere su una serie stravolta rispetto alle premesse: i Blazers, dovessero confermarsi i timori sulle condizioni di Paul e Griffin, avrebbero serie chances di portare a compimento l’upset.

Chris Paul esce dal campo (credits to nbcsports.com)

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Elia Pasini

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