DeMarcus Cousins è l’uomo franchigia dei Sacramento Kings, nel bene e nel male. In campo il suo rendimento è spesso altalenante anche se nelle ultime stagioni ha trovato maggiore continuità rispetto all’inizio di carriera, il problema principale per assurdo è fuori dal campo dove le sue dichiarazioni sono sempre dirette, a volte troppo.
Non si scopre l’acqua calda dicendo che il rapporto tra Cousins e l’ormai ex coach George Karl non sia stato tutto rosa e fiori, anzi. Non è mai sbocciato il feeling tra i due, né a livello tecnico né a livello personale: una insofferenza, più dalla parte di DMC verso l’allenatore che viceversa, che ha fatto male prima di tutto alla squadra a cui queste continue frecciate non hanno fatto granché bene nella creazione di un ambiente sereno soprattutto in spogliatoio.
E’ difficile trovare un coach che vada bene a Cousins: in realtà ce n’era uno, ovvero Mike Malone, cacciato dopo un record di 11-13 nelle prime 24 partite della stagione 2014/2015 dai poteri forti della franchigia che però ha mandato su tutte le furie il buon DeMarcus che non perde l’opportunità di rinfacciare questa scelta in nessun occasione. Ecco le sue ultime parole rilasciate al programma radiofonico di Carmichael Dave.
Con Malone in panchina avremmo fatto i Playoffs quest’anno. Con lui stavamo andando nella giusta direzione, stavamo lavorando bene: l’obiettivo numero uno di tutti era vincere le partite, eravamo molto uniti anche in spogliatoio come gruppo e si stavano mettendo le basi anche sul campo per tanti successi. Stava andando tutto per il meglio, poi è andata come tutti sapete. E’ un peccato perché Malone sta dimostrando di essere un grande coach. Chiaro, non ho la controprova ma sono certo che con lui in questa stagione avremmo raggiunto la postseason.
Un vero e proprio siluro di Cousins verso la dirigenza dei Kings e verso Karl, “reo” di non essere mai entrato nelle sue grazie più che di non aver lavorato bene anche se questo è un altro discorso. L’ex coach dei Denver Nuggets – dove proprio ora allena Malone – ha riportato Sacramento (che nella giornata di ieri ha annunciato Ken Catanella come assistant general manager) a vincere più di 30 partite in regular season, cosa che non accadeva dal 2010, ma non è mai riuscito a instaurare un rapporto di empatia con la superstar capricciosa della squadra, principale motivo che gli ha fatto perdere il posto.