Non c’è dubbio che Kevin Durant sia l’oggetto del desiderio di tutte le franchigie della lega, ed è altrettanto vero che non tutte e 30 le squadre hanno l’appeal e/o lo spazio salariale per assicurarsi i servizi del numero 35. Tra le squadre che in questi ultimi mesi sono state avvicinate all’attuale giocatore di OKC, ci sono i Boston Celtics, una delle più piacevoli sorprese di questa stagione, giunti ai playoff in quinta posizione ad est (con un record identico ai Miami Heat, terzi) ed eliminati al primo turno, anche a causa di situazioni sfortunate come l’infortunio di uno dei migliori difensori della squadra che risponde al nome di Avery Bradley.
Secondo Chris Mannix di The Vertical, il GM della squadra, Danny Ainge, crede di poter ottenere quest’estate un colloquio con Durant per convincerlo ad indossare la casacca bianco verde. Condizione necessaria (ma, comunque, non sufficiente) è però quella di rendere Boston una squadra da titolo a partire dalla prossima stagione, in modo da rendere la città del Massachusetts tanto affascinante quanto possono esserlo la Baia di San Francisco o il Texas, più precisamente la zona di San Antonio. Non bastano dunque né coach Brad Stevens né la grande storia della franchigia per convincere un campione come KD che, ormai alla soglia dei 28 anni, vuole vincere a tutti i costi un anello, e vuole farlo in fretta.
E sono due i nomi che in queste ore sono sulle bocche degli addetti ai lavori come possibili parti del puzzle Celtics: Al Horford e Jimmy Butler. Danny Ainge deve provare a ripetere ciò che già fece nel 2007, anno in cui riuscì a portare a Boston Ray Allen al fine di convincere Kevin Garnett a restare (quello che accadde dopo, è storia).
Horford sarà free agent questa estate, ma non sarà comunque facile convincerlo a lasciare Atlanta, dove ha giocato tutta la carriera (e con la quale ha eliminato pochi giorni fa proprio i Celtics). Situazione diversa è invece quella di Jimmy Butler: il prodotto di Marquette University non sarà infatti free agent, ma, secondo quello che si è detto a febbraio, in prossimità della trade deadline, i Chicago Bulls starebbero pensando di cederlo, dato che non ritrovano in lui quel DNA da leader che alla squadra manca ormai dal primo infortunio di D-Rose. Come pedina di scambio i Celtics potrebbero offrire la scelta al primo turno del draft di quest’anno dei Brooklin Nets che, alla luce del record non propriamente eccellente della franchigia della Grande Mela (21-61, meglio solo di Lakers e 76ers), potrebbe rivelarsi piuttosto alta.
Jacopo Cigoli
@JacopoCigoli