A distanza di un anno dallo sweep subito nelle Finali di Conference 2005, gli Hawks di coach Budenholzer spiccano il volo verso Cleveland, con la speranza di non tornare in Georgia a mani (pardon, artigli) vuote. Impresa non certo delle più semplici, visto che ad accoglierli alla Quicken Loans Arena ci sarà la corte di King James al gran completo. Il Re, dopo la parata dimostrativa del primo turno, non ha alcuna intenzione di interrompere la sua marcia forzata verso le ennesime Finals e soltanto un’eccellente prestazione difensiva degli Hawks potrà impedirgli di proseguire verso la meta.
Thompson si aggiudica la palla a due e Irving premia il suo sforzo; la risposta di Atlanta è affidata all’intelligente taglio sotto canestro di Bazemore. La tripla di Smith è seguita a ruota dalla penetrazione di James, ma Bazemore non ci sta e mette a segno la tripla che riporta i suoi a contatto con la corte del Re. Entrambe le squadre si dimostrano implacabili dall’arco: James, Bazemore (unico marcatore dei suoi finora) e Irving si iscrivono al party dei 3 punti e, sul punteggio di 16-8 per i padroni di casa, coach Budenholzer chiama i suoi a rapporto. Anche Teague chiede di essere ammesso alla festa e la magnanima difesa dei Cavs glielo concede; in entrambe le barricate sale l’intensità in difesa, ma non basta per impensierire la leadership dei Cavaliers di LeBron, che insieme al fido Irving riesce costantemente a gestire un margine di 7-8 punti. La new entry Scott di destreggia bene, ma sono troppi gli errori commessi dai compagni nella metà campo avversaria; per loro fortuna anche Cleveland attraversa un periodo non troppo fortunato nelle battute finali del primo quarto, che vede i locali condurre 24-15 a un minuto e mezzo dalla fine. Schroder riesce a penetrare in area avversaria, ma non ha fatto i conti con la caldissima mano di Smith e con la grinta di Dellavedova, che a 2 secondi dalla fine fissa il punteggio sul 30-19.
Dellavedova non fa rimpiangere Irving servendo bene i compagni di merende, mentre nella propria metà campo si trova a gestire senza troppi problemi le iniziative di un intraprendente quanto impreciso (per ora) Schroder. L’esperienza di Jefferson di rivela ben presto preziosa e i suoi 3 punti dall’arco portano i Cavs a gestire un vantaggio di 13 punti, ben presto ridotti a 10 in virtù della tripla del playmaker tedesco. Pur peccando di precisione, gli ospiti costringono i Cavaliers a commettere qualche fallo di troppo, fattore che nell’economia della gara potrebbe rivelarsi decisamente importante col passare dei minuti. Seconda tripla di giornata di Jefferson che vale la doppia cifra di vantaggio, limato a 10 punti dai due liberi di Teague. LeBron sbaglia un facilissimo appoggio a canestro, ma si riscatta immediatamente con un illuminante passaggio che porta alla schiacciata in contropiede di Jefferson. Il layup di Millsap fissa il risultato sul 43-33, convincendo coach Lue a richiamare i suoi per alcuni accorgimenti tattici. Schroder risponde al gioco in post di LeBron, mentre Thompson in difesa ha la meglio sui vari Millsap e Horford, non al top della forma in questa Gara-1. Stavolta tocca a Budenholzer chiedere il timeout dopo il canestro di Irving, ma le sue indicazioni non servono a destare il confusionario Horford dal suo sonno profondo; per sua fortuna sul finale della seconda frazione ci pensa Schroder a tenere a galla i suoi, nei limiti delle sue possibilità. A 7 secondi dalla fine Budenholzer chiama il timeout per disegnare l’ultimo possesso dei suoi, gettato alle ortiche dalla palla persa di Millsap: il risultato finale del primo tempo è di 51-41 per i padroni di casa.
Smith piazza la sua terza tripla dimostrandosi ancora una volta letale dalla linea dei tre punti, ma ben presto ci costringe a rimangiare tutto grazie ad un sanguinoso airball. Bazemore porta 2 punti alla causa degli Hawks, mentre dall’altra parte Love fatica non poco a trovare la via del canestro. Il flagrant 1 commesso ingenuamente da Smith viene malamente sprecato da Millsap, che proprio come il suo pari ruolo dei Cavaliers litiga troppo spesso con il ferro. LeBron vuole a tutti i costi dimostrare quanto il suo regale soprannome sia azzeccato, facendosi beffe dei raddoppi avversari; gli Hawks mostrano timidi segnali di ripresa con Bazemore e il sonnecchiante Horford, ma Tristan Thompson e una tripla del Prescelto ricacciano i nemici del Regno. Quando restano ancora 5 minuti da giocare Love riesce finalmente a presentare tutti i documenti per l’iscrizione al party dei 3 punti e, sul punteggio di 67-52, Budenholzer tenta di ricompattare i suoi in vista della volata finale. A giudicare dalla tripla di Love e dalla podeerosa schiacciata di James, il timeout non sembra aver portato in dote gli effetti sperati, ma i 6 punti di Scott e di Schroder limitano i danni; coach Lue richiama i suoi ragazzi chiedendo loro maggiore attenzione nella gestione del buon margine di vantaggio, diminuito di 8 punti in soli 2 minuti. Schroder suona la carica con 5 punti in pochi secondi, ma Frye riporta i suoi ai consueti 10 punti di vantaggio. Horford non delude le attese dalla lunetta e, grazie alla tripla di Scott, il match può dirsi ufficialmente riaperto. LeBron non sfrutta a dovere l’ultimo possesso, il quarto si chiude con il punteggio sul 74-70 per i ragazzi di coach Lue.
Shumpert apre le danze con una buona penetrazione nell’area avversaria e qualche secondo più tardi un ingenuo Horford concede 3 tiri liberi a Frye, rischiando di vanificare la rimonta dei suoi. Schroder continua la sua solitaria campagna antimonarchica dall’arco, ma i compagni non sempre sembrano sulla sua stessa lunghezza d’onda. Stavolta tocca a Shumpert concedere 3 liberi alle esperte mani di Korver, che con altrettanti punti porta i suoi a un solo punto dai Cavs: sono 24 i punti messi a segno dagli ospiti negli ultimi 6 minuti, a fronte dei 7 raggranellati da James e soci. Il Re perde palla ingenuamente, ma Schroder è troppo precipitoso e con due scadenti tentativi sciupa la ghiotta occasione per l’inaspettato sorpasso, che è soltanto rimandato di qualche minuto: l’alley–oop sull’asse Schroder-Horford è vincente, ma ci pensa Irving con una tripla a gettare acqua sul divampante entusiasmo degli Hawks. Schroeder e Millsap vanno a segno, ma è ancora Irving a ristabilire l’equilibrio. Il pallone si fa pesante e Smith sbaglia entrambi i liberi concessigli dagli arbitri, mentre dall’altra parte Bazemore sbaglia troppe conclusioni dal coefficiente di difficoltà non elevatissimo: Smith riesce a riscattarsi con la tripla del 90-88, a differenza del 24 di Atlanta che manda Love in lunetta per 3 tiri liberi, di cui solo due vanno a segno. Budenholzer cerca di infondere fiducia nei suoi ragazzi, staccati di sole 4 lunghezze a 3 minuti dalla fine, ma evidentemente deve aver tralasciato le indicazioni sui rimbalzi. Thompson domina sotto le plance, regalando ai suoi molteplici occasioni capitalizzate dall’and-one targato LeBron. Schroder si sbarazza frettolosamente del pallone gestendolo in maniera non ottimale, Love ringrazia e va in lunetta per il 97-88 quando mancano 100 secondi da giocare. James regala due liberi a Millsap, ma si rifà subito con un layup che costringe Budenholzer al timeout; il match sembra ormai indirizzato sui binari dell’Ohio, ma c’è ancora tempo per un’inedita stoppata di Irving ai danni del povero Schroder. A 30 secondi dalla fine Lue, con la partita ormai in cassaforte, manda in campo le seconde linee e il garbage time si chiude sul punteggio finale di 104-93.