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Remuntada Warriors, pagelle e recap di gara 2

Secondo atto della semifinale della Western Conference tra i numero uno del seeding, i Golden State Warriors, e la quinta testa serie, i Portland Trail Blazers, che ritornano sul parquet della Oracle Arena dopo la vittoria netta in gara 1 dei ragazzi di coach Steve Kerr. Ancora riposo per Stephen Curry che si accomoda in panchina in borghese a sostenere i compagni, al suo posto in quintetto ancora Shaun Livingston che parte assieme a Klay Thompson, Andrew Bogut, Draymond Green e Harrison Barnes. Nessuna variazione nello starting five invece per coach Terry Stotts che si affida a Damian Lillard, Mason Plumlee, Maurice Harkless, C.J. McCollum e Al-Farouq Aminu. Ad alzare la palla a due è Dan Crawford che dirige assieme a Derrick Stafford e Courtney Kirkland.

Primo quarto

Polveri bagnate per i Warriors che iniziano male con una palla persa di Bogut e un tiro dall’arco sbagliato di Green, dall’altra parte invece Aminu piazza il primo canestro della partita con una tripla. Gli risponde subito Thompson che impatta sul 3-3 e il punteggio rimane tale per quasi due minuti: sbaglia Green e sbaglia anche Harkless, risbaglia Green e risbaglia anche Harkless che fa 0 su 2 dalla lunetta. Altro errore dal campo di Livingston prima che McCollum faccia 2 su 2 ai liberi sbloccando lo stallo. Dopo una partenza soft su entrambi i lati è Lillard a suonare la carica con una tripla che accende i Blazers: gli ospiti si infiammano e aprono un parziale di 19-8 approfittando di un approccio non ottimale di Golden State. Nella scoring run rossonera il protagonista è McCollum con due jumper e una tripla, lo segue Harkless con due layup e Plumlee che inchioda la schiacciata del 24-11 a poco più di 3 minuti dalla sirena. Dalla panchina si alza Iguodala che prova a dare un minimo di scossa con due penetrazioni vincenti, seguito da Thompson che cerca fortuna da vicino più che da fuori, ma dall’altra parte è rovente la second unit di Portland coi 4 punti di Henderson e l’affondata di Davis anche se il punto esclamativo lo mette Aminu con scorribanda chiusa al ferro: 10 punti per il nigeriano e il tabellone che recita 34-21 in favore dei Trail Blazers dopo un quarto di gioco.

Secondo quarto

Iguodala sente che il momento è complicato e prova a prendersi sulle spalle la squadra con la tripla a bersaglio nel primo possesso del secondo quarto, ma è un fuoco di paglia: Portland continua a imperversare con McCollum – tripla e fadeaway, già 13 punti per il Most Improved Player of the Year – e la panchina (2 dalla lunetta di Davis, tripla di Henderson e palleggio-arresto-tiro di Crabbe) che fanno sprofondare i padroni di casa a -17 con 8 minuti sul cronometro per chiudere il primo tempo. Timeout Warriors che serve a spezzare il ritmo della banda Stotts e a rivitalizzare i campioni in carica che ritornano in campo con un altro piglio soprattutto nella metà campo difensiva. In attacco si prendono le responsabilità i veterani – jumper di Barbosa e appoggio al vetro di Iguodala – ma la miccia per la rimonta la accende Harrison Barnes: linea di fondo e schiacciata terrificante che fa esplodere l’Oracle Arena e mette in partita il pubblico di Oakland. Il numero 40 uscito da North Carolina si guadagna anche due liberi, entrambi realizzati, e infila il corner three toccando quota 11 nel box score. Ricuciono lo strappo in maniera definitiva l’insospettabile Ian Clark, 5 punti in fila per lui alzandosi dal pino, e Livingston che in taglio riporta i suoi a un solo possesso di distanza. Portland toglie il tappo dal canestro di Golden State e torna a mettere punti a referto con Aminu che spara da 3 punti, lo imita Lillard che bombarda dall’arco riportando il margine a +9 in men che non si dica. Nell’ultimo minuto Thompson riduce lo svantaggio in avvicinamento, Plumlee segna dal post basso e Green la mette dalla media per accorciare le distanze: all’intervallo Trail Blazers avanti 51-59.

Terzo quarto

Prima di ritornare negli spogliatoi storie tese tra Draymond Green e Damian Lillard: un po’ di sano trash-talking da parte del 23 per stuzzicare Dame, non una grande idea. L’inizio del terzo periodo è segnato dall’equilibrio: tiro in sospensione di Livingston e tripla di Thompson che poi prende un tecnico, il cui libero è amministrato da Lillard prima che Harkless – battezzato come sempre – trovi il fondo dalla retina dall’arco. Livingston però è un altro Livingston rispetto al primo tempo e lo dimostra prima col floater a centro area poi col tiro buttandosi indietro dal post. Warriors a -4 ma la premiata ditta Lillard-McCollum non ne vuole sapere di far rientrare i campioni in carica: jumper di C.J., tripla del numero 0 che poi va di step back costringendo Kerr a chiamare timeout a poco meno di 6 minuti dal termine del quarto. Golden State ritrova più fluidità in attacco – penetrazione di Green, triple di Thompson e Barbosa – ma Lillard è un uomo in missione e risponde colpo su colpo – tripla in transizione, con la moto al ferro usando la mano destra e magia per innescare un solido Henderson che punisce da 3 punti – salendo a 22 punti. Barnes e Thompson, con due canestri da 2, riportano con fatica i Warriors a -8 ma Lillard decide che non è ancora finita: ribaltamento di Crabbe nell’angolo per Henderson che di tocco si affida a Damiano. Buzzer beater da 3 punti, 25 punti a referto e Blazers avanti di 11 lunghezze dopo 36 minuti: Golden State insegue 87-76 dopo tre quarti.

Quarto quarto

Nel primo tempo un nigeriano come Aminu si è preso la scena, a inizio quarto periodo c’è un connazionale che non vuole essere da meno: si tratta di Festus Ezeli che piazza 6 punti consecutivi rianimando Warriors e Oracle Arena, un po’ spenti dopo il finale di terzo quarto. McCollum torna a segnare dopo aver lasciato il palcoscenico a Lillard e Crabbe lo segue schiacciando in contropiede, ma Ezeli è indemoniato e vola al ferro dopo il pick ‘n roll con Iguodala. 8 punti fondamentali del centro di riserva di Golden State che rosicchia altro margine dalla lunetta – 2 su 2 di Green replicato da Iguodala – mentre il fucile di Portland si inceppa. Ritrova la balistica classica invece il bazooka di Klay Thompson che a 6 minuti e mezzo dalla fine inchioda il 91 pari dalla lunga distanza, McCollum non si tira indietro e riporta avanti gli ospiti ma l’unico Splash Brother in campo apre di nuovo il fuoco con una grande uscita dai blocchi e regala ai padroni di casa il primo vantaggio assoluto del match dopo 43 minuti di gioco sul 94-93. Due bombe del numero 11 che metterebbero k.o. un elefante ma non i Blazers che rimettono la testa avanti con l’appoggio al vetro di Harkless, di nuovo sorpassati però dal semigancio poetico del professor Livingston. I campioni in carica prendono la testa e spingono sui pedali senza voltarsi più indietro: 8-0 di parziale che manda al tappeto il pugile suonato in maglia rossonera, il montante decisivo lo mette a segno Draymond Green che si porta a casa il ferro sulla rimessa di Livingston. Portland non segna più se non dalla lunetta, l’ultimo squillo di McCollum arriva troppo tardi e i Warriors possono gioire: 110-99 il punteggio finale e 2-0 nella serie.

Miglior realizzatore dei Warriors, e della partita, è Klay Thompson che chiude con 27 punti (7 su 20 dal campo, 5 su 14 da 3 punti), doppia doppia di Green (17 punti e 14 rimbalzi), doppia cifra anche per Barnes (13 punti), Iguodala (15) e Livingston con 14 punti. Nei Blazers il top scorer è Damian Lillard: 25 punti con 8 su 20 dal campo, 6 su 11 dall’arco ma 0 punti nel quarto periodo. 22 punti con 19 tiri per McCollum, 25 in due per Aminu (14) e Harkless, 12 in uscita dalla panchina per Henderson. La serie si sposta ora in Oregon: gara 3 andrà in scena sabato e potrebbe esserci ma stavolta con la sua tradizionale maglia numero 30 sul parquet, Stephen Curry.

VIDEO

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Simone Domenichetti

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