Il cuore di OKC non basta, gara 3 va agli Spurs – Recap e pagelle

Che gli Oklahoma City Thunder fossero una squadra dalle mille facce e contraddizioni, in grado nella giornata migliore di battere chiunque e magari mostrare preoccupanti passaggi a vuoto solamente la gara successiva, era cosa già nota a tutti; ma questa gara 3 di semifinale della Western Conference ha mostrato ancora di più quest’ambivalenza tra momenti di assoluto dominio in campo alternati a periodi abulici e quasi incomprensibili. Ne beneficiano dunque quelli che al contrario sono un vero e proprio orologio svizzero, i San Antonio Spurs, che pur senza una prestazione sfavillante portano a casa una fondamentale gara 3 in trasferta approfittando del crollo degli avversari proprio nel momento topico della partita, dopo aver completato la rimonta; i texani devono ringraziare soprattutto un Tony Parker che torna ad essere il faro quando persino LaMarcus Aldridge non si ripete ai (clamorosi) livelli delle prime due gare. A OKC rimane quantomeno la prova tutta cuore che ha portato a mettere in seria difficoltà gli Spurs, la tenuta mentale che ha permesso loro di non naufragare anche dopo che i loro numerosi attacchi venivano puntualmente respinti dagli avversari, fino al primo, clamoroso vantaggio nell’ultimo quarto che avrebbe potuto tagliare le gambe a San Antonio in questa gara e, forse, addirittura all’intera serie. Ma a questo punto pare calare l’adrenalina della rimonta nei padroni di casa, che vedono quasi subito gli Spurs tornare avanti e chiudere la pratica in lunetta, a lungo grattacapo dei texani in questa partita: il finale recita 100-96 per gli Speroni. Ora gara 4 diventa quindi ancora più cruciale da una parte come dall’altra, dall’ammazzare quasi definitivamente la serie al riaprirla quantomeno fino a gara 6.

PRIMO QUARTO

Nonostante il solito clima infuocato della Chesapeake Arena di bianco blu vestita, gli Spurs partono ancora molto bene, mandando a bersaglio le prime 4 triple di giornata (ad un certo punto tireranno meglio da tre che dalla lunetta…) e portandosi subito in vantaggio. Al contrario di gara 1 però OKC non si fa certo intimorire, e, trascinata dai soliti Big Three (con un Ibaka che infila subito due bombe in questo primo quarto) rimane sempre a contatto; solo nel finale di quarto le schiacciate di Leonard (11 punti nel solo primo periodo) e Ginobili regalano il +7 a San Antonio, che chiude avanti 27-20.

SECONDO QUARTO

Gli Spurs proseguono il loro buon momento di fine prima frazione piazzando subito un 8-0 (firmato in particolare dalle due triple consecutive dalla panchina rispettivamente di Mills e West) che li porta a +15 e pare già mandarli in fuga. Anche stavolta però i Thunder non si fanno abbattere, e lentamente si rifanno sotto, complice anche la scarsa vena ai liberi di San Antonio: un punto alla volta, i padroni di casa arrivano fino a -4, prima che l’ennesimo 1/2 dalla linea degli Spurs fissi il parziale di metà gara sul 47-42 per gli ospiti.

TERZO QUARTO

Il copione del quarto precedente si ripete, con gli Spurs ancora decisi a dare l’allungo decisivo: i liberi rimangono un problema, ma San Antonio veleggia intorno al +10, non riuscendo a fuggire definitivamente grazie alla caparbietà dei Thunder. E’ Kevin Durant in particolare a tenere lì i suoi e a riavvicinarli agli avversari, sfruttando i centimetri dati dalla scelta di Pop di mettere sulle sue tracce Danny Green, ottimo difensore ma più piccolo di lui (l’arma impropria Kawhi Leonard invece viene dirottato su Westbrook, che infatti tirerà tanto e male marcato dal due volte Difensore dell’Anno). A metà frazione invece è Serge Ibaka a far esplodere l’arena con la quarta tripla personale di giornata che porta i suoi a -2, prima che Tony Parker, 1/8 dalla lunga nei primi due episodi, spenga l’incendio con due triple pesantissime. Di nuovo OKC si rimbocca nuovamente le maniche, e la tripla di Waiters seguita dal jumper del solito Durant riportano i padroni di casa a -3 (72-69) a fine terzo quarto. OKC è esattamente dove voleva essere all’inizio dell’ultima frazione.

QUARTO QUARTO

Guidati dal proprio pubblico, i Thunder partono convinti e trovano subito punti dalla panchina con Kanter e il positivo Payne: ma è l’ennesima tripla di Ibaka (pazzesco 5/6 dall’arco per lo spagnolo alla fine) a dare il primo vantaggio Thunder a 8 minuti dal termine, puntellato dalla successiva bomba senza senso di Russell Westbrook. San Antonio è colpita ma ha troppa esperienza per cadere così, e si affida proprio a uno dei suoi elementi più vincenti a roster, quel Tony Parker che scherza sulla rivedibile difesa di Westbrook e tiene a contatto i suoi con un lay up, l’assist ad Aldridge per il pareggio e il successivo tiro del +2. Westbrook a questo punto diventa a tratti deleterio, forzando tiri e perdendo palloni sanguinosi (3 nel solo ultimo quarto) e gli Spurs, finalmente precisi ai liberi, hanno buon gioco a riportarsi avanti, fino al +7 firmato da West a un minuto dal termine. Quell’energia che aveva animato i Thunder per tutta la gara consentendo di reggere e poi superare gli avversari, improvvisamente sparita proprio nel momento del sorpasso, pare tornare fugacemente nelle giocate di Durant e di un redivivo Russell Westbrook, che va a inchiodare al volo dopo l’errore al tiro e a mettere i liberi del nuovo -2 (96-94); ma sull’azione difensiva più importante della gara OKC concede un sanguinoso rimbalzo offensivo a Leonard dopo l’errore di Aldridge, e sui liberi successivi Parker e poi lo stesso Leonard sono glaciali. La tripla da 10 metri di Westbrook, di nuovo croce e delizia e simbolo di questa squadra tanto ondivaga, finisce cortissima e gli Spurs possono festeggiare il nuovo vantaggio del fattore campo: gara 3 termina 100-96 per gli ospiti.

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Recap

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Giacomo Sordo

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