Si sveglia Lowry, Toronto sbanca Miami in gara 3 – Recap & Pagelle

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TORONTO RAPTORS

Demarre Carroll: 5. Buona come al solito l’applicazione difensiva, ma pare un altro desaparecido dell’attacco dei Raptors. Per il bene di Toronto dovrà svegliarsi anche lui come ha fatto oggi Lowry.

Patrick Patterson: 6. Come al solito non si vede moltissimo, ma quando riceve stavolta è chirurgico (3/4, 2/3 dalla lunga). Importantissimo il gioco da tre punti che ferma l’emorragia a inizio ultimo quarto.

Jonas Valanciunas: 7.5. Complice la rapida dipartita di Whiteside, gioca una prima metà di gara da vero dominatore d’area, mettendo a referto 16 punti e 12 rimbalzi in appena 22 minuti in campo. Ma è sfortunato ed esce nel terzo periodo per una storta alla caviglia, che comunque non pare fortunatamente troppo grave.

DeMar DeRozan: 5. Torna il Mr. Hide visto troppo spesso ai playoffs, che sparacchia a salve (6/17). Almeno stavolta, dopo l’incredibile 2/8 di gara 2 dalla linea della carità (sintomo di una difficoltà mentale prima che tecnica), è glaciale dalla lunetta anche nel finale, mettendo in cassaforte la gara.

Kyle Lowry: 8. Finalmente si rivede il Lowry della regular season dopo tante difficoltà ai playoffs: mette assieme 33 punti con 11/19, 5/8 da 3 e un impeccabile 6/6 dalla lunetta, il tutto giocando sostanzialmente solamente la seconda metà di gara (4 punti nella prima): figuriamoci se riuscisse ad avere continuità per un’intera partita… Comunque Toronto ritrova il proprio leader proprio nel momento di maggiore bisogno con l’uscita di Valanciunas, che mette insieme uno show nel finale tirato in compagnia di Wade.

Terrence Ross, Bismack Byiombo, Corey Joseph: 6. Quasi un 6 politico per i 2 principali elementi usciti dalla panchina, tutti bravi a dare un buon apporto pur senza far miracoli.

MIAMI HEAT

Joe Johnson: 5. Era arrivato a South Beach per dare esperienza a una squadra intrisa di giovani, ma la realtà è che ormai l’età si fa sentire per Iso-Joe, costretto a stare in campo 36 minuti: con questi minutaggi il suo rendimento ne risente e infatti non va oltre i 10 punti con 4/11, arrivando forse un po’ in debito d’ossigeno proprio quando sarebbe il suo momento, i secondi finali di una gara punto a punto. Ma il suo tiro, immagine forse della sua condizione attuale, scheggia appena il ferro.

Luol Deng: 5. Altro elemento troppo nascosto nonostante l’ampia esperienza: 4 punti con 2/6 in 39, dicasi 39, minuti in campo, sono veramente troppo poco per uno che dovrebbe essere tra i leader di questa squadra.

Hassan Whiteside: 5.5. Parte bene in attacco (6 punti con 2/2 dal campo e ai liberi), ma va male proprio dove dovrebbe essere il suo piatto forte, la difesa, dove subisce anche lui un Valanciunas particolarmente ispirato in attacco e a rimbalzo. Esce comunque molto presto per un problema al ginocchio simile a quello di Curry, che potrebbe non essere così leggero.

Dwyane Wade: 9. Ormai più solo di Tom Hanks in Cast away, Wade mette insieme un’altra prova da antologia tenendo in partita Miami per tutta la gara quasi esclusivamente con le sue giocate. Chiude a 38 punti con 13/25 e un irreale, viste le sue caratteristiche, 4/6 dalla lunga: semplicemente un fenomeno, che sta vivendo una seconda giovinezza per l’emergenza tecnica degli Heat e che si prende anche la soddisfazione di salire al 14o posto nella classifica dei top scorer ai playoffs superando uno del calibro di Dirk Nowitzki.

Goran Dragic: 5. Anche lui torna il play abulico visto troppo spesso in questi playoffs: litiga col ferro, perde 5 palloni e non dà mai l’idea di poter accendere la luce. Ciò nonostante risulta il secondo realizzatore dietro Wade a quota 12, il che è veramente tutto un dire.

Udonis Haslem e Gerald Green: 6. Buon impatto dalla panchina, in particolare quello dei redivivo Haslem costretto agli straordinari dall’infortunio di Whiteside.

Josh Richardson e Josh McRoberts: 5. Al contrario, i due Josh non danno un apporto apprezzabile alla causa uscendo dalla panchina.

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Giacomo Sordo

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