Si torna a giocare alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City due giorni dopo da una combattutissima Gara-3 che ha visto gli Spurs prevalere sui padroni di casa e tornare in vantaggio per quanto riguarda serie e fattore campo. Ma i nero-argento sanno bene che la strada alla Finale di Conference è ancora lunga; non solo e non tanto perché si sono disputate solo tre partite ma perché, ad eccezione dell’anomala passeggiata di Gara-1, i Thunder stanno dimostrando di poter creare più di un problema agli Spurs grazie al maggior numero di chili e centimetri che possono annoverare tra le loro fila. Coach Donovan si affida ancora al suo classico starting-5 con Andre Robertson a completare il pacchetto esterno coi due All-Star Westbrook e Durant e la coppia Ibaka-Adams sotto canestro. Anche gli Spurs rispondono col classico quintetto formato da Parker-Green-Leonard-Aldridge e Duncan, nonostante stia faticando non poco. Gli Spurs sembrano essere arrivati con la testa giusta anche a questa partita ed iniziano controllando bene tabelloni e ritmo, impedendo la letale transizione offensiva di OKC e affidandosi ai post di Aldridge e Leonard, quest’ultimo capace di svitarsi sul perno come un ballerino. Fin dai primi possessi Popovich conferma gli accoppiamenti del finale di partita scorso con Green sulle piste di Westbrook e Leonard su Durant, chiudendo l’area e raddoppiando sui pick-and-roll a costo di subire una schiacciata di Adams o una tripla aperta di Robertson, che continua a litigare tremendamente con il ferro. L’attacco a metà campo dei Thunder fatica molto. Pochi ribaltamenti di lato, poco movimento della palla portano la difesa degli Spurs, la migliore della Lega, a poter aspettare ed assorbire meglio le penetrazioni e contestare le conclusioni di Oklahoma City che non trovano facialmente la via del canestro. Gli allenatori allungano le rotazioni con Collison che trova i primi minuti nella serie. E questo porta ad una rinascita della panchina degli Spurs, finora non all’altezza della regular season, che prende il proscenio mostrando tratti di “Spurs-ball” con Ginobili, West e Anderson che portano i Thunder a perdere palloni sanguinosi (cinque nel primo quarto) e aprire un parziale che gli permette di chiudere il quarto d’apertura sul 27-17. Ma la partita è lontana dall’essere segnata. I Thunder nonostante un Durant impreciso riescono a trovare energia nel caos tattico generato da Waiters, non sempre il più affidabile ma capace di produrre confusione nelle linee degli Spurs e segnando la prima tripla per OKC dopo nove tentativi. Ma la vera chiave di Oklahoma resta la inarrestabile transizione offensiva guidata da Westbrook e il suo pick-and-roll con Adams che vede il neozelandese punire rollando a canestro una difesa Spurs caricata dai quattro falli di Duncan, ancora una volta fuori da questa partita. I Thunder scavano un parziale di 10-0, grazie anche a giocate spettacolari, che rimette la partita in parità sul 40-40. Popovich, dopo un duro time-out, rimette Leonard sulle piste di Westbrook e sembra funzionare. Kawhi è bravo nel complicare le entrate in area del numero 0, anche se lo sforzo profuso in difesa lo porta a faticare in attacc… No scusate, è pur sempre Kawhi! che esagera con l’attaccare il ferro come spesso gli accade, causando uno sbilanciamento della squadra e la conseguente transizione offensiva che porta gli Spurs a riscavare un parziale per chiudere il primo quarto in vantaggio di otto lunghezze sul 53-45.
L’inizio di secondo tempo vede salire in cattedra Kevin Durant, finalmente fluido e continuo e piano piano i Thunder continuano a mangiare punti. Gli Spurs continuano ad affidarsi ai soliti Aldridge, Leonard e Parker – altra grande partita del veterano francese – ma fanno registrare un preoccupante zero alla casella tiri da tre e punti nel pitturato. I Thunder vanno ad ondate e oltre al sontuoso Durant – 12 punti nel quarto per lui – trovano una tripla di Ibaka ed il solito elettrico Westbrook per ritornare in parità sul 69-69. Un’altra rubata pazzesca di Leonard e il tassametro dei fast-breaks points degli Spurs corre, ma ancora l’energia di Waiters riporta i Thunder avanti. Negli ultimo minuto del quarto due triple da campione di Ginobili e Diaw riportano gli Spurs avanti 81-77 per chiudere il terzo quarto.
I Thunder partono fortissimo ad inizio con tre bombe in fila targate Foye-Kanter-Durant che portano al massimo vantaggio Oklahoma City sul 91-87. Il pubblico è in delirio, gli Spurs cercano di restare attaccati alla partita grazie a quattro punti consecutivi di West ma Kevin Durant, semplicemente, non è più marcabile. Gli Spurs sembrano stanchi e colpiti. Westbrook e compagni tracimano e sembrano avere il doppio dell’energia dei rivali texani e continuano a colpire duramente la difesa degli Spurs. OKC invece è pura adrenalina, puro caos, energia primordiale riversata su un parquet e con quattro minuti da giocare conducono sul 100-93. Un gioco di Parker cerca di tenere lì gli Spurs ma ormai Kevin Durant è entrato nell’Iperuranio del Gioco e continua a segnare da ogni posizione davanti agli occhi dell’adorata madre. Leonard sbaglia due triple in fila – zero punti per lui nel quarto quarto, uno per Aldridge – che determinano la resa Spurs. Vincono i Thunder 111-97, spinti dai 41 punti di Durant e dalla consapevolezza che una sconfitta oggi avrebbe potuto significare fine della stagione. Adesso la serie torna in Texas dove nella notte italiana di Martedì si disputerà una Gara-5 che definire cruciale è riduttivo.
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