Dwyane Wade è al centro di un incidente politico tra Stati Uniti e Canada nelle ultime ore per un episodio che a molti è passato inosservato prima dell’inizio di gara 3 ma non a tutti, in particolare dalle parti dell’Ontario. Nel pregara di ogni partita NBA è di rito l’esecuzione dell’inno nazionale a stelle e strisce oltre che quello canadese se sono impegnati anche i Toronto Raptors, e così è accaduto anche nel terzo episodio della serie della semifinale della Eastern Conference in quel di Miami.
Quando il protocollo ha preso il via, i giocatori degli Heat si sono schierati in riga per ascoltare le note dell’inno canadese eseguito per primo. Soltanto uno è stato pizzicato a continuare il proprio riscaldamento con alcuni tiri di troppi: si tratta di Wade che a sua insaputa ha scatenato un polverone di polemiche enorme.
Si è mosso addirittura il Parlamento dell’Ontario che ha richiesto delle scuse ufficiali da parte di Wade tramite una lettera ufficiale mandata da un suo membro, Mike Colle, al Commissioner della Lega, Adam Silver. Una presa di posizione dura quella canadese che ha identificato il comportamento del numero 3 degli Heat come “una totale mancanza di rispetto verso la nostra comunità” citando le parole di Colle.
Non si è fatta attendere la risposta di Wade che ha respinto al mittente le accuse tagliando corto.
Non sono per niente una persona irrispettosa. Se qualcuno pensa che io sia irrispettoso verso un Paese o soltanto una persona, allora questo qualcuno non conosce chi è il vero Dwyane Wade”.
Un portavoce degli Heat ha fatto sapere in maniera ufficiosa alla stampa di Miami che Wade è stato sorpreso dall’inizio così in anticipo del rituale pregara e non voleva interrompere la sua routine classica, cosa antipatica per qualsiasi giocatore della Lega. La NBA inoltre ha comunicato che, d’accordo con la franchigia di Miami, dilaterà i tempi del protocollo per permettere a The Flash di ultimare i preparativi prepartita e di poter ascoltare in tutta calma entrambi gli inni senza creare ulteriori vespai.