Se un giocatore straordinario come Andre Drummond ha un limite, questo sta di certo nei tiri liberi (un poverissimo 35% di media in questa stagione), un fondamentale che il centro dei Detroit Pistons non sembra proprio in grado di padroneggiare (come altri centri prima di lui – uno tra tutti Shaq). Ma nella NBA di oggi, che ha fatto della tattica dell’Hack-a-Player una realtà quotidiana, spingendo persino il commissioner Adam Silver ad avviare un processo per prendere provvedimenti in merito, è di certo necessario migliorare proprio questo aspetto del gioco. Il fenomeno ha toccato punte parossistiche nella partita tra Houston Rockets e Detroit Pistons, quando proprio Drummond è stato bersagliato dai falli, con K.J. McDaniels a commetterne 5 in 9 secondi.
E i Pistons di coach Stan Van Gundy sono pronti a fare di tutto per aiutare il volto della loro franchigia in questo difficile processo: in questo senso si stanno vagliando varie ipotesi, tra le quali quelle di cambiare la tecnica di tiro di Drummond ai liberi, facendolo tirare a due mani dal basso. Ma non ci si ferma certo qui. Le nuove tecnologie offrono infatti un appoggio sostanziale ai Pistons nell’allenamento di Drummond:
“Ci sono alcune cose che possiamo fare per lui con il rendering virtuale delle immagini, roba di realtà virtuale, che possano cambiare radicalmente il modo in cui lui tira i liberi.“
Van Gundy ha inoltre affermato la sua convinzione che le scarse prestazioni di Drummond dalla linea della carità dipendano dalla scarsa continuità del centro in questo aspetto del gioco:
“Come nel golf. Una volta ogni tanto tutti possono fare un bello swing, ed è grandioso, ma a meno che tu non sia un gran giocatore, non sarai in grado di rifarlo. Noi vogliamo arrivare al punto in cui lui possa ripetersi, e questo richiede un tipo di lavoro diverso da quello che può semplicemente svolgere in palestra.“
I Pistons sono veramente concentrati sui problemi di Drummond ai liberi, nell’interesse comune di renderlo un giocatore sempre più completo e temibile:
“Nelle prossime settimane ci siederemo intorno a un tavolo, noi dello staff, poi sentiremo il parere di qualche esterno, e parleremo direttamente con Andre per vedere come la pensa. Di certo la cosa per funzionare ha bisogno della sua piena adesione.“