Essere Lebron James non è facile. La pressione, le ambizioni e, soprattutto, le critiche che gravano sulle sue spalle sono enormi.
Stephen Curry MVP per il secondo anno di fila
Dopo che Steph Curry ha ricevuto per il secondo anno di fila il premio da MVP, questa volta raccogliendo la totalità dei voti (131/131), il numero 23 dei Cavs è voluto ritornare su quanto accadde 3 anni, quando a vincere era stato lui.
Nella trionfale stagione degli Heat (quella del secondo e, per ora, ultimo titolo di LeBron James), il Prescelto vinse il premio di MVP della Regualar Season, raccogliendo 120 dei 121 voti totali. All’epoca le sue parole furono:
“E’ stato certamente un giornalista di New York (l’unico voto mancante andò a Carmelo Anthony, ndr). Conosco bene quali siano i rapporti gli Heat e i Knicks, quindi so bene a cosa sia dovuto”.
In realtà a non dare quel voto a LeBron fu Gary Washburn del Boston Globe, ma la sostanza di quanto successe non cambia. Intervistato ieri da Cleveland.com, il suo pensiero non cambia:
“Io ero odiato. Quella è l’unica ragione per cui non sono stato il primo MVP eletto all’unanimità. Tutto questo però è stato uno stimolo, mi ha aiutato a cercare di dare sempre più in campo.”
Già dalle prossime Finali di Conference, o magari contro Steph Curry alle Finals di Giugno. Tocca soltanto aspettare un altro po’. E goderci ogni singolo minuto di questi Playoff.