Un mantra contro qualsiasi squadra, in particolare contro chi sa correre in contropiede come nessun’altra. OKC nella gara di questa notte è stata la dimostrazione di come (e quanto) evitare le palle perse possa fare la differenza.
Le prime 6 della partita portano la firma della squadra di coach Donovan, con Thompson e Barnes a banchettare in attacco grazie a tutti questi possessi extra. Anche ripartendo dopo un semplice rimbalzo difensivo: se attacchi senza equilibrio, sei fritto.
Da quel momento in poi però 14-5 “in favore” dei Warriors, con evidente impatto sul ritmo di gara. Golden State infatti ha faticato molto più del previsto in attacco (i 14 punti realizzati nel quarto quarto ne sono la prova evidente). E nonostante OKC in alcune fasi di gioco non sia stata in grado di approfittare delle difficoltà dei ragazzi di Steve Kerr, il controllo del ritmo ha giocato un ruolo decisivo nel contenimento di Curry e compagni.
La forza dei Thunder sta proprio in questo: poter essere una delle pochissime squadre atleticamente in grado di star dietro al Pace dei Warriors, ma scegliere scientemente di giocare a pieno i 24 secondi (anche se non sempre nel migliore dei modi), togliendo ossigeno ai velocisti della squadra di San Francisco.