Mutombo-Biyombo: ben più di una rima

Bismack Biyombo, complice l’assenza forzata di Jonas Valanciunas, ha avuto a disposizione molti minuti per mettersi in mostra con i suoi Toronto Raptors nel corso delle ultime partite. Non ultima la prestazione di ieri sera in Gara 3 con ben 26 rimbalzi, di cui 8 offensivi. Sul lato difensivo Biyombo non fa certo mancare la propria presenza, mettendo a segno un discreto numero di stoppate (1.62 di media a stagione, ben 4 in Gara 3 della Finale di Conference).

Il personaggio simbolo della stoppata in NBA, ovviamente, è Mr. “Not in my house” Dikembe Mutombo. Da qualche tempo il giovane Biyombo ha iniziato a fare il famoso segno del “no” con il dito, come la leggenda Mutombo, che tra l’altro è suo connazionale (entrambi originari del Congo). Non si tratta però di appropriazione indebita: “Ho avuto il permesso da Mutombo“, ha dichiarato dopo Gara 3 il giovane congolese.

Uno scambio di tweet conferma la soddisfazione della leggenda per la partita del giovane.

Inizialmente, ha spiegato Biyombo, il permesso accordato da Mutombo era sotto condizione. La divisa sulle spalle di Bismack avrebbe dovuto diventare quella degli Atlanta Hawks, la storica squadra di Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean-Jacques Wamutombo (sì, il nome tradizionale completo sarebbe questo e, per fortuna, sulla divisa appesa al soffitto della Philips Arena di Atlanta non c’è il nome intero, insieme al numero 55). Biyombo però da Charlotte è finito a Toronto.

Una volta l’ho incontrato e abbiamo avuto questa conversazione. Mi diceva: “Non ti darò l’autorizzazione a fare il gesto del dito, fino a che non verrai ad Atlanta. Solo allora potrò darti il permesso.” Ma lui è un grande, lo vedo come un fratello maggiore e abbiamo avuto tante altre conversazioni, soprattutto sulla difesa e su come lui fosse in grado di avere impatto sul gioco. Una volta mi ha dato il permesso di usare il suo gesto con il dito. Quindi penso in questo modo di poter portare avanti la sua eredità e mostrare affetto al mio fratello maggiore.

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Pubblicato da
Alessandro Bonfante

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