Categorie: Road To Draft

Road to Draft 2016: Denzel Valentine

In una stagione collegiale, quella conclusasi lo scorso aprile, dominata dai senior, vista anche la carenza di freshmen di qualità e delle cattive campagne delle squadre che vedevano tra le loro fila i primo anno migliori (malino la Duke di Ingram, nemmeno al torneo NCAA la LSU di Simmons), Denzel Valentine è riuscito ad emergere insieme a pochissimi altri giocatori al quarto anno come uno dei protagonisti assoluti della stagione, riuscendo perfino a guadagnarsi uno dei due premi individuali più importanti in NCAA, ovvero l’ Associated Press Player of the Year, arrivando secondo per il Wooden Award, andato all’altro senior particolarmente sugli scudi quest’anno, Buddy Hield. La Michigan State di Valentine ha di certo chiuso l’annata su una nota poco positiva con l’improbabile uscita al primo turno del Torneo NCAA per mano di Middle Tennessee, tuttavia quella del senior di Lansing è stata una stagione difficile da dimenticare e un (quasi) perfetto coronamento di una carriera per cui già i soli numeri dicono molto: 19 punti, 7.5 i rimbalzi e 7.8 gli assist di media nelle 31 partite stagionali disputate da Valentine, divenuto, tra le altre cose, il terzo giocatore nella storia di MSU a mettere a referto più di una tripla doppia, succedendo giocatori che già dovreste aver sentito nominare come Magic Johnson e il più attuale Draymond Green, una compagnia discreta.

In un draft come quello in arrivo la guardia cresciuta sotto l’ala protettiva di un guru come Tom Izzo non può che essere tenuta in grandissima considerazione per una scelta in lottery, ma andiamo a vedere perché merita molta della nostra attenzione e anche quali problemi potrebbero limitarne l’esplosione al piano superiore.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Come avrà intuito anche chi non l’ha mai visto all’opera, Valentine è un giocatore che ha quale suo punto di forza la capacità di indirizzare le partite in diverse maniere, grazie ad una completezza che possiedono davvero pochi in questo draft. L’aspetto del gioco che più colpisce della guardia di Lansing è certamente quello riguardante gli assist ed in particolare la capacità quasi sistematica di trovare i compagni nelle posizioni migliori per colpire gli avversari e questo in qualsiasi situazione: che si tratti di transizione, pick’n’roll, azioni iniziate da 5 o 25 secondi, passaggi al tagliante o penetra e scarica, Valentine difficilmente fallisce nel trovare la soluzione migliore nel dirigere l’attacco della propria squadra, anche grazie a caratteristiche fisiche che, con i suoi quasi due metri (con le scarpe ai piedi), gli permettono di vedere il gioco da altezze che non si possono permettere tanti playmaker. L’orchestrazione di gioco di Valentine non gli richiede un costante possesso della palla o di iniziare per forza di cose l’azione della sua squadra, dato che per prendere decisioni perfette gli bastano pochi secondi, come dimostra quest’azione, in cui per due occasioni consecutive solo gli errori dei compagni gli precludono l’assistenza a referto:

questa sua capacità è da tenere in particolare considerazione in ottica NBA, dato che di certo tra i professionisti il minutaggio con la palla tra le mani andrà diminuendo.

Sebbene Denzel sia considerabile un pass-first playmaker, una specie sempre più in via d’estinzione, non si possono assolutamente sottovalutare, e di certo non lo stanno facendo le squadre NBA, la sua prolificità e la sua efficienza offensiva, statisticamente seconde a pochi tra i giocatori che verranno scelti il prossimo giugno: secondo trai migliori prospetti solo ad uno “specialista” come Buddy Hield per numero di triple tentate, Valentine non è però solo un tiratore di volume ed il suo quasi 45% al tiro da tre parla per lui piuttosto chiaramente. Come per gli assist, anche al tiro Valentine si distingue per la capacità di colpire in svariate situazioni essendo in grado di segnare con continuità sia in uscita dai blocchi che dal palleggio e tanto smarcato quanto in situazioni di marcature strette. Qui lo vediamo in un pirotecnico esempio di velocità d’esecuzione sfruttando il blocco del compagno:

Valentine sa tirare, creare occasioni per i compagni e, per non farsi mancare nulla, andare a rimbalzo. Come già accennato i suoi centimetri lo pongono sopra la media dei pariruolo e i circa due metri e dieci di braccia in estensione sono di certo buone basi di partenza, ma la guardia di MSU è anche eccellente nello sfruttare queste doti naturali con una grande applicazione sotto le plance: i suoi 8.5 rimbalzi difensivi per 40 minuti sono ampiamente il miglior dato tra le guardie e anche rispetto a molti lunghi di questo draft, dimostrando una buona predisposizione al sacrificio fisico e un’ottima tecnica nel tagliafuori.

Ci troviamo quindi di fronte ad un giocatore perfetto in ogni aspetto del gioco? Naturalmente no.

I punti deboli sono presenti e, sebbene non numerosi, riguardano aree piuttosto ampie del gioco.

Innanzitutto Valentine, benché cresciuto sotto un coach piuttosto attento all’aspetto difensivo come Tom Izzo, è un giocatore che nella metà campo difensiva rappresenta un discreto “buco nero”: troppo lento lateralmente per tenere le guardie avversarie e troppo poco fisico per difendere sulle ali, il prodotto di MSU tende, contrariamente alla fase offensiva, ad avere un deficitario senso della posizione sul campo, perdendo la concentrazione sul proprio uomo quando questo non è in possesso della palla e non riuscendo nemmeno a rifarsi con velocità di mani e piedi quando il proprio diretto avversario lo attacca dal palleggio. Se Izzo poteva, o meglio, doveva, coprire le lacune di Valentine in quanto fulcro dell’attacco della squadra e assoluta stella del team, certo è che una difesa così passiva potrebbe essere uno dei primi motivi di panchinamento da parte di coach NBA che non devono affidarsi per forza di cose al prodotto di Lansing.

I problemi di scarsa rapidità in difesa si traducono, anche se non è sempre detto che sia così, in una certa lentezza anche in attacco e nel palleggio, con Valentine che si dimostra un giocatore piuttosto mediocre in penetrazione e nel finire al ferro dato anche che le non eccelse doti atletiche gli hanno conferito un’esplosività che per gli standard NBA -ma anche collegiali- è ben lontana dall’eccellenza. Considerata la fisicità dei professionisti è davvero difficile immaginarlo efficace negli ultimi tre metri di campo, ma quantomeno a suo favore c’è un buon feeling col canestro ed un tocco che al college gli hanno concesso anche conclusioni rocambolesche come questa, sulle quali tuttavia è piuttosto arduo puntare con continuità per un’estensione del contratto:

PROSPETTIVE

In un draft non ricchissimo come quello di quest’anno e in cui considerare il fattore età è ancora più irrilevante del solito data la grande mole di senior in arrivo e i pochi freshmen di appurato potenziale nella lista dei papabili, Denzel Valentine è certamente un giocatore che può aspirare ad una chiamata tra le prime quindici: sebbene finire in una squadra pessima possa spesso tradursi in più minuti di gioco, ci pare che il pupillo di Izzo possa essere uno di quei giocatori che paradossalmente, ma non troppo, potrebbero guadagnare di più (in termini di carriera seppur non monetari) dall’esser scelti due posizioni indietro piuttosto che avanti, così da finire in una squadra in grado magari di esaltarne i pregi, limitandone e coprendone i difetti, seppur verosimilmente con minutaggi non esaltanti. Data la sempre più passionale storia d’amore tra l’NBA e il tiro da tre Valentine è un giocatore offensivamente con cittadinanza NBA e che al semplice tiro aggiunge molti e ottimi aspetti che abbiamo cercato di analizzare rapidamente, quali la visione di gioco e il lavoro a rimbalzo. Sebbene non possieda il carattere e le capacità difensive di un Green né tantomeno il talento e il Genio di Magic, Valentine potrà sicuramente rivelarsi utile per una squadra (o più, in futuro) in cerca di nuova linfa per la propria manovra offensiva e, perché no, di un mai troppo abusato tiro da tre. Valentine è come un ottimo manovale in grado costruirvi una perfetta cassettiera in mogano: non sarà Henredon, magari si noterà qualche imperfezione di manifattura, ma non si butta via di certo e fa anche la sua sporca figura in salotto.

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Pubblicato da
Giacomo Cabras

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